mercoledì 21 ottobre 2020

CANZONE PER UN'AMICA

"Vorrei sapere a che cosa è servito vivere, amare, soffrire 
Spendere tutti i tuoi giorni passati se presto hai dovuto partire, 
Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi 
Voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi."
(F. Guccini, Canzone per un’amica, 1967) 
Il mio papà era uomo d’altri tempi, era molto severo, con lui non si poteva discutere. Era però anche un uomo estremamente generoso, buono nel senso più vero del termine. Era un gran lavoratore e spesso mi trascinava in officina con lui. So per certo che non aveva realmente bisogno di me ma voleva insegnarmi il senso del lavoro, dell’impegno. Ricordo tante litigate con lui, dovetti sgomitare parecchio per conquistare i miei spazi di libertà, per fortuna, in questo, molto sostenuta da mia madre di idee indubbiamente più all'avanguardia. Ricordo soprattutto che lui c’era sempre quando noi avevamo bisogno di lui, senza necessità di chiedere. Ha fatto grandi sacrifici, con mia mamma, per far laureare tutti i suoi tre figli e di questo non dirò mai grazie abbastanza. 

In questi giorni di fine ottobre, quando ricorre il ricordo del giorno in cui lui è dovuto partire da questo mondo, sento ancora più forte il desiderio di poterlo incontrare ancora una volta. Sono abbastanza convinta che lui se ne sarebbe andato via molto prima, quel giorno che un’auto lo investì. Penso spesso a quei diciotto anni trascorsi tra quel giorno fatale, che cambiò per sempre la mia vita e quella di tutta la mia famiglia e di mia mamma in particolare, e il giorno di fine ottobre in cui se ne andò definitivamente. Era il 2012 e io avevo ancora la mia piccola Pasticceria Su Misura fuori Lecco anche se il progetto di trasferimento in città con Ilaria era ormai alle battute finali. In negozio ero circondata da dolci e dolcetti a forma di teschio, scheletro, bara, morti… Halloween era alle porte. Ricordo che mi sentii molto a disagio. 

Non ho mai amato questa festa, così come non amo il carnevale. Ma si sa che a volte il “business” ha la precedenza su tutto, e se un’occasione, che ci piaccia o meno, può favorire il buon andamento della attività, allora ben venga. 

Ma quest’anno anno no. Questo 2020 che stiamo tutti cercando faticosamente di attraversare, consapevoli che l’anno che verrà difficilmente porterà qualche novità, è un anno troppo luttuoso per giocare a “dolcetto o scherzetto”. Conosco persone, amici, che hanno perso i loro cari senza il conforto di una carezza, di uno sguardo. Penso sia fondamentale, bello, importante ricordare quelle persone che hanno speso tutta o parte della loro vita con noi e che, anche se non le possiamo vedere, albergano nei nostri cuori e nei nostri ricordi. E allora facciamo che quest’anno il 31 ottobre sia solo sabato, e pensiamo a chi è stato, a chi non è più, a chi sarà. 

Da noi in Pasticceria troverete sempre il sorriso e il conforto di cui sentite il bisogno, anche senza il biscotto a forma di scheletro. Tuttalpiù potreste trovare dei biscotti a forma di zucca!!! E dato che la stagione è iniziata, subito dopo la confettura di uva fragola (gita a Craveggia con vendemmia riuscita per fortuna!!) sarà il turno di quella alla zucca

Questa settimana come promesso vi do qualche indicazione sul cioccolato. 


TEMPERA DEL CIOCCOLATO 
(per i baci di dama che avete prodotto la settimana scorsa, ma non solo) 

Il cioccolato è composto da massa di cacao, burro di cacao, zucchero e lecitina di soia. Il burro di cacao può assumere 6 diversi tipi di cristalli detti forme (o fasi), con caratteristiche e punti di fusione differenti. 
Temperare il cioccolato significa far assumere al burro di cacao la composizione di cristalli ottimale, affinché il cioccolato resti bello, lucido, uniforme e, nel caso, facilmente estraibile dallo stampo in cui è stato posto. Si tratta di un processo di riscaldamento del cioccolato, di successivo raffreddamento e di nuovo riscaldamento. 
Per il cioccolato fondente bisogna scaldare fino al 45/47°, raffreddarlo a 27/28° e poi riportare la temperatura a 31/32°.

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