giovedì 22 febbraio 2024

LUOGHI DEL CUORE. MANTOVA

MANTOVA


Nel XII secolo l'architetto e ingegnere idraulico Alberto Pitentino, su incarico del Comune di Mantova, organizzò un sistema di difesa della città curando la sistemazione del fiume Mincio in modo da circondare completamente il centro abitato con quattro specchi d'acqua, così da formare quattro laghi: Superiore, di Mezzo, Inferiore e Paiolo; Mantova, di fatto, era un'isola.
Alla campagna si accedeva attraverso due ponti, il Ponte dei Mulini e il Ponte di San Giorgio, ancora esistenti.
In età comunale venne tracciato il Rio, un canale che taglia in due la città, collegando il lago Inferiore a quello Superiore. Altre dighe e chiuse consentirono un'adeguata difesa dalle acque.
Nel XVII secolo una forte inondazione diede inizio a una rapida decadenza: il Mincio, trasportando i materiali solidi, trasformò i laghi in paludi malsane che condizionarono ogni ulteriore sviluppo; fu prosciugato, allora, il lago Paiolo a sud, in modo che la città restasse bagnata dall'acqua solo su tre lati, come una penisola ed oggi ancora si presenta così.


Sono stata a Montava diversi anni fa in compagnia del mio bene amato per seguire uno dei suoi concerti e avendo tutta la giornata a disposizione e non grande fretta di rientrare ne approfittammo per fare un po’ i turisti.
Ho il ricordo di un viaggio lunghissimo, quasi interminabile! In effetti la città dei Gonzaga si trova nell’angolo più a est della nostra regione compreso tra Veneto ed Emilia-Romagna.

Mantova è molto particolare, circondata da tre specchi d’acqua artificiali ricavati dall’ansa del fiume Mincio: la sensazione che si sperimenta è davvero magica perché la città sembra nata dall’acqua. I luoghi più noti della città sono indubbiamente Palazzo Ducale e palazzo Te, ma il mio ricordo è proprio legato all’acqua, acqua che circonda, acqua che scorre, acqua che protegge, acqua presente quando meno te lo aspetti.

Io ho una vera predilezione per tutti i luoghi accanto all’acqua, che si tratti di fiumi, laghi o mare; infatti anche la casa dove abitiamo da anni è posta su un piccolo lago, il lago di Pusiano, e guarda caso da molti anni svolgo la mia attività in una città lacustre. Forse è questo il motivo che mi fa serbare così dolce ricordo di quella gita.

Oggi ho voluto portarvi proprio qui, in questa bella città ricca di storia e ricca anche di buona cucina e ottimi dolci, il più noto dei quali è certamente la “Sbrisolona”: torta ricca di mandorle, tanto burro e mescola di farina di frumento e farina di mais. Una torta dura ma friabile, dal sapore ricco che va realizzata e servita in pezzi grossolani.
Non sono sicura che quella che vi propongo da noi sia la versione “originale”, sempre che una versione originale di qualsivoglia dolce esista effettivamente, ma a me piace molto: e voi, l’avete assaggiata?

La nostra Sbrisolona


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