giovedì 9 ottobre 2025

CARO DIARIO... "SI PUO' RESTARE UMANI"

Si può restare umani

Siamo solo ad inizio ottobre ma i miei pensieri lavorativi sono già avviati verso l’ultima parte dell’anno quella che è indubbiamente la più impegnativa. In questi giorni mi sto dedicando in particolare alla produzione di confetture che sotto Natale sono sempre molto richieste. Non posso certamente aspettare l’ultimo momento per fare scorta.
Durante l’estate ho fatto arrivare dall’azienda Monteregina lamponi, mirtilli, more di gelso e fichi. Stefania, la titolare, mi recapita la frutta già suddivisa in sacchetti da chilo e opportunamente congelata in modo da preservarne l’integrità e il sapore; questo sistema mi dà la possibilità di lavorare la frutta un po’ alla volta, in sintonia con il resto del lavoro. Una decina di giorni fa ho preparato la confettura di mele e cannella utilizzando le mele che Vanessa e Giulio hanno acquistato per me in Trentino durante la loro vacanza. A breve sarà il turno della frutta invernale, prima fra tutti le clementine.
La produzione di confetture è un lavoro che richiede tempo e pazienza ma che mi piace e mi gratifica. È un lavoro che mi riporta indietro negli anni quando vedevo la mamma alle prese con la medesima attività, limitata ovviamente all’ambito casalingo.

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Tutto questo detto però, mio caro Diario, ti confesso che non mi è facile scriverti ultimamente. Non è facile pensare alle prossime feste, alla vita che continua, alle piccole e grandi incombenze di ogni giorno quando intorno a me vedo un mondo che “sembra fatto di vetro e sta cadendo a pezzi come un vecchio presepio” (cit. “Futura” Lucio Dalla, 1980). Vivo la vita che sto vivendo consapevole che all’esterno c’è tanto dolore, tanta sofferenza. Non riesco a non sentirmi a disagio.

Qualche giorno fa ascoltando come ogni giorno la rassegna stampa a Radio3, ho sentito la giornalista della settimana (Maddalena Oliva, vicedirettrice de “Il Fatto quotidiano”, davvero molto brava) leggere un breve articolo da “L’Avvenire” a commento ai fatti dei giorni scorsi: l’eroica impresa della Global Sumud Flottilla e le manifestazioni di piazza avvenute in Italia e nel mondo, manifestazioni che hanno visto coinvolte milioni di persone. Focus dell’articolo era la ricerca di una risposta alla domanda “cosa posso fare io per Gaza?”.
Già, cosa si può fare? Cosa posso fare io? La risposta mi ha molto colpito: si può pregare, si può fare una donazione a chi cerca di salvare vite umane, si può boicottare i prodotti israeliani, si può fermarsi ed ascoltare, si può continuare a guardare l’altro e ascoltarne la storia e le ragioni fino a mescolarle con le proprie, si può restare umani. Ecco, quel “si può restare umani” mi si è scavato dentro, come una ferita sul cuore.


Le nostre confetture di Mele e Cannella


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