"Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
e tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai…"
(F. De André, 1966)
Ricordo quando ero bambina che mia mamma adorava Fabrizio De André, ascoltavamo le sue canzoni di continuo, in effetti l’album preferito dalla mia mamma era “Storia di un impiegato”.
In questi giorni, pensando a quanto avrei voluto dirvi questa settimana, mi è tornata in mente la canzone che vi ho citato perché in “Amore che vieni, amore che vai” si parla della caducità del sentimento e della mutevolezza dell'amore, la sua contraddittorietà. Non che sia mia intenzione “filosofeggiare” d’amore, quantomeno non dell’amore in senso stretto, dell’amore di coppia, bensì dell’amore come sentimento che pervade tutta la nostra vita e tutte le relazioni che via via andiamo instaurando.
Anche nell'amicizia c’è un forte legame amoroso, e quanto si sta male quando si perde l’amicizia di una persona che credevamo punto fermo nella nostra vita! Mi è capitato una volta quasi venti anni fa e ne soffro ancora.
Ma allargando un pochino la visuale vediamo che la vita è fatta di continue relazioni, di nuovi ingressi, di nuove partenze; ogni relazione con l’altro sia anche solo una conoscenza superficiale o magari un rapporto lavorativo ci coinvolge e crea in ogni caso un legame. Siamo felici quando una nuova persona entra nella nostra vita; magari ci resta per poco, a volte per qualche anno, a volte per sempre.
Le persone possono uscire dalla nostra vita in modo spontaneo, quasi senza che noi ce ne possiamo accorgere, altre volte se ne vanno in modo “consenziente”, altre volte ancora lasciano ferite. Qualche volta le ferite si rimarginano, altre restano per sempre insieme ad un carico di dolore, delusione, tristezza.
Penso però che ogni persona che entra nella nostra vita, anche quando ne esce “male” o ci fa pensare “maledetto il giorno che ti ho incontrato!”, porta con sé comunque qualche cosa di buono, di positivo. Ci ha in ogni caso permesso di fare un pochino di strada insieme, di cogliere occasioni, di realizzare progetti che magari senza quella persona sarebbero stati più difficili. Certo può succedere che rimanga una traccia di amarezza per qualcosa di non detto, per una mancata sincerità o per scarsa lealtà. Questo capita perché anche uscire dalla vita di qualcun altro è un processo difficile. Così come tanto impegno richiede restare nella vita di una persona, con la speranza o il buon proposito di restarci per sempre.
La cosa importate credo che sia fare sempre tesoro delle presenze che di man in mano popolano la nostra vita perché la vita è fatta di relazioni, di comunicazione, di amore e amicizia, e altrettanto importante è saper superare le “uscite” anche se improvvise e non previste. E guardare avanti sapendo che qualcuno di nuovo, forse, sta già aspettando di entrare in contatto con noi.
Spero non avervi troppo annoiato con questi miei pensieri, ma se così fosse mi farò perdonare lasciandovi la ricetta della settimana: pasta frolla saracena!
Il procedimento per ottenere la frolla è lo stesso per le altre frolle di cui vi ho lasciato dose. Questa è ottima per produrre biscotti o crostate con marmellate di frutti di bosco (lamponi, more, mirtilli).
Buon lavoro!
PASTA FROLLA SARACENA
Gr 250 burro
Gr 300 zucchero
Gr 50 uova (n 1)
Gr 125 farina nocciole
Gr 175 farina mandorle
Gr 125 farina grano saraceno
Gr 190 farina di riso
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