giovedì 11 aprile 2024

LUOGHI DEL CUORE. BASILICA DI GALLIANO

BASILICA DI GALLIANO

Il complesso monumentale di Galliano sorge nell’omonima località della città di Cantù, in una zona di colline moreniche. Proprio per la sua posizione strategica, la collina di Galliano fu abitata fin dall’epoca pre-romana da popolazioni di origine gallo-celtica e alcune lapidi dedicate alle Matrone di epoca celtica testimoniano come Galliano si caratterizzò fin dalle origini come luogo di culto. Con l'evangelizzazione della Lombardia avviata dal vescovo Ambrogio nel IV secolo, il cristianesimo giunse anche a Galliano.
La comunità cristiana si organizzò ed edificò una prima chiesa ad aula unica. Il diffondersi capillare del cristianesimo fece aumentare l’importanza religiosa del nucleo di Galliano che divenne capo-pieve. Tra il VII e l’VIII secolo la chiesa venne quindi ampliata per rispondere alle esigenze di una comunità più numerosa. L’apertura del secondo millennio rappresentò per Galliano un momento straordinario. Ariberto da Intimiano, futuro vescovo di Milano, venne nominato custode della basilica e si fece promotore dell’opera di rinnovamento e decorazione dell’edificio. A opera completata, il 2 luglio 1007, Ariberto consacrò la basilica e la dedicò a S. Vincenzo. Con il XII secolo il borgo di Cantù conobbe un periodo di forte sviluppo a discapito del nucleo di Galliano più periferico, che venne progressivamente abbandonato. Iniziò così la fase del degrado che vide la basilica trasformata in magazzino, e, successivamente, in casa colonica fino all’acquisto da parte di privati e alla sconsacrazione del 1801. Un elemento particolare che però riuscì a preservare, almeno in parte, la basilica di Galliano come luogo di culto lungo i secoli più bui, fu la devozione popolare per l’immagine della Madonna del Latte affrescata nella cripta.
Per tutto il XIX secolo la basilica passò dalle mani di numerose famiglie nobili fino a diventare proprietà di Giuseppe Foppa Pedretti nel 1907. Agli inizi del ‘900 però, grazie ad un maggiore interesse per il patrimonio storico e artistico anche presso gli apparati statali, la basilica di Galliano venne inserita nell’elenco ufficiale dei monumenti nazionali e questo riconoscimento impediva qualsiasi manomissione della struttura. Probabilmente fu anche questo vincolo che nel maggio del 1909 convinse il proprietario a vendere l’edificio al comune di Cantù per la somma di 15.000 lire. Iniziò così il recupero della basilica ormai irriconoscibile e venne avviata una lunga fase di restauri e nel 1934 l’edificio fu riconsacrato dal cardinale Schuster tornando ad essere luogo di culto.

Orari di apertura:
Venerdì: 15.00-18.00
Sabato: 9.00-12.00 e 15.00-18.00
Domenica: 15.00-18.00
In caso di visita da parte di gruppi o comitive è necessario effettuare la propria prenotazione all'indirizzo email: cultura@comune.cantu.co.it.


Oggi vi porto a visitare un luogo davvero straordinario e vi invito a visitarlo anche di persona, a tal fine vi lascio gli orari d’ingresso.
La Basilica di Galliano fa parte della mia infanzia e adolescenza quando con la mia famiglia abitavo in quel di Cantù, cittadina all’epoca famosa per i suoi mobilieri e i loro manufatti di elevatissimo pregio.
I miei genitori, entrambi milanesi, si sposarono nel 1960 e andarono a vivere a Cantù dove il mio babbo aveva installato una piccola impresa artigiana per la lavorazione dell’ottone.
Cantù, allora come oggi, non ha particolari bellezze: una piccola città in cima a una collina, circondata da tanto verde e con parecchie salite e discese, dettaglio non irrilevante per chi come me, piccola scout, usava la bicicletta per i propri spostamenti. La Basilica di Galliano è però indubbiamente un vero gioiello di grande attrattiva; è un luogo dove chiunque, credente o meno, rimane colpito dalla stupefacente semplicità della costruzione, dal quella sorta di vuoto e di essenziale che fa vibrare il cuore, dalla bellezza di quegli affreschi ormai solo accennati. Accedere a questo luogo ti mette in contatto diretto con la bellezza, quella pura, non ostentata, non appariscente e profondamente toccante.
Inoltre la Basilica era per me anche luogo di giochi: infatti è circondata da un’ampia area verde dove, con il mio gruppo scout, andavo a giocare il sabato pomeriggio se le nostre attività non ci portavano altrove lontano dalla nostra sede allora situata proprio di fronte alla Basilica.

Poi la vita mi ha fatto percorrere molte strade, lontane dai i miei luoghi d’infanzia. L’Università prima e il lavoro poi mi hanno portato a Milano mentre la vita sentimentale mi ha spinto a vivere in altre località distanti da quella cittadina dove sono cresciuta e dove ancora oggi vive la famiglia di origine.
Il caso però ha voluto che proprio a Cantù ricominciassi la mia vita lavorativa. Fu infatti una pasticceria di Cantù, a corto di personale, che accettò la mia candidatura a futura pasticcera: nulla sapevo fare ma avevo molta volontà.
È stato grazie a quell’esperienza che ho realizzato il mio sogno: Pasticceria Su Misura. Da allora di strada ne ho percorsa parecchia; oggi sono molto fiera della mia attività, felice di avere una socia super e due giovani pasticcere che mi fanno sperare che il mio sogno non svanirà dopo di me. E mai avrei pensato di dover, in qualche modo, ringraziare la città del mobile.



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