giovedì 18 luglio 2024

LUOGHI DEL CUORE. MODICA

MODICA

Come Noto, Ragusa e altri centri dell’altopiano ibleo, anche Modica fu rasa al suolo da un terribile terremoto nel 1693. Bastarono però pochi anni per ricostruire la città ancora più splendente di prima, seguendo le fastose decorazioni tipiche del tardo barocco. La disposizione delle piazze e delle strade, che si arrampicano sulla sponda rocciosa di un colle, rende il centro storico di Modica particolarmente scenografico. Visitare Modica significa prepararsi a tante salite e discese: non si contano le centinaia di scale e gradini disposte qua e là tra i palazzi e le splendide chiese, come la cattedrale intitolata a S. Giorgio. Ma questa è solo una delle tante chiese che popolano Modica, come la chiesa del Carmine, affacciata su corso Umberto I, poco oltre la chiesa del SS. Salvatore; la chiesa di S. Domenico in piazza del Municipio o quella di S. Pietro con la sua scalinata ornata da statue degli apostoli. Da Modica Alta si gode, invece, di magnifici scorci panoramici dal belvedere Pizzo. Come se storia e arte non bastassero, Modica è anche conosciutissimo dagli amanti del cioccolato, che accorrono per assaggiare le creazioni delle dolcerie e pasticcerie locali.


Concludo oggi il racconto del viaggio nella Sicilia sud-orientale partendo dall’inizio della nostra breve ma intensa vacanza: Modica.
Lasciata l’auto ai piedi di Modica, all’inizio di Corso Umberto I, abbiamo iniziato a salire senza più smettere!! Una salita continua, centinaia di gradini percorrendo i quali a poco a poco ci si innalza arrivando a gustare la vista di questa straordinaria località in tutta la sua bellezza.
Assolutamente scenografica la scalinata che porta alla Cattedrale di San Giorgio, scalinata contornata da bouganville fiorite. Tutto intorno a noi un dedalo di case incastonate nel fianco della montagna, tutte attaccate una all’altra, una sopra l’altra a formare un tutt’uno.
Dopo la salita al campanile di San Giorgio e prima di tornare verso Corso Umberto abbiamo fatto un breve sosta in un baretto carino con vista sul Duomo dove abbiamo assaggiato la prima granita alle mandorle: buonissima e rinfrescante! Nei giorni successivi ne abbiamo assaggiate altre, sempre buone, anche se di sicuro quelle che ci sono piaciute di più sono state quelle alle mandorle e alle more di gelso.

Io non mi perito di far granite, non ne ho nemmeno gli strumenti, ma una delle mie confetture preferite, tra quelle che periodicamente vi propongo, è proprio quella alle more di gelso e in questi giorni ne sto preparando qualche vasetto. Ottima da sola, spalmata sul pane, meravigliosa con i formaggi freschi: una vera delizia. Le more di gelso che utilizzo non arrivano certo dalla Sicilia bensì dalla piccola azienda agricola Monteregina, nei pressi di Lecco: sono sugose, carnose e buonissime. E voi? Quale confettura preferite tra quelle di Pasticceria Su Misura?


Ps: non vi ho parlato del famoso cioccolato di Modica perché a me davvero non piace. L’invenzione del concaggio, processo di lavorazione che rende il cioccolato setoso e morbido e fa sì che si sciolga al contatto del palato, ha di molto superato l’antica ricetta degli aztechi (quella utilizzata per il cioccolato di Modica appunto) migliorando parecchio il prodotto finito. Ma i gusti sono gusti e noi un salto alla Dolceria Bonajuto lo abbiamo fatto comunque.

La preparazione della confettura di more di gelso


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