SONDRIO
Sondrio situata al centro della Valtellina alla confluenza di una valle laterale, la Valmalenco, con le sue alte montagne che con il Pizzo Bernina raggiungono i m. 4050 s.m. Il toponimo di Sondrio deriva dalla voce longobarda Sundrium che significa proprietà specifica esclusiva. Sundrium era quindi il terreno tenuto e lavorato direttamente dal padrone o con l’ausilio di servi, terreno cioè di uomini liberi. Questi terreni situati sul versante nord della valle, quelli sulle pendici delle Alpi Retiche per intenderci, furono strappati, in particolar modo a partire dal 1400, alle rocce e ai boschi dall’uomo che con un lavoro immane costruì i terrazzamenti per contendere alla montagna ulteriori terreni da adibire a vigneti. Da questi vigneti ancora oggi viene prodotto il vino Valtellina Superiore: Sassella e Grumello. I vigneti intorno a Sondrio rappresentano uno dei più straordinari e spettacolari esempi di trasformazione del territorio da parte dell’uomo, di ingegneria rurale, per sfruttare al meglio ciò che la natura mette a disposizione in una regione dove il clima certamente non rappresenta per l’agricoltura un elemento favorevole.
Con il passar degli anni la fine dell’estate e l’arrivo dell’autunno erano sempre meno fonte di malinconia per Adalisa. Da giovane, lo ricordava benissimo, l’accorciarsi delle giornate e l’abbassarsi delle temperature le metteva addosso una tristezza considerevole mentre ora erano fonti di serenità e di quiete.
Ad Adalisa piaceva stare in casa, coccolarsi i suoi micioni e il suo Giacomo, amava la cucina autunnale con le zuppe, le vellutate, le lenticchie, il vino rosso e tante altre belle cose che il clima estivo non prevede e adorava i colori caldi dell’autunno quando le foglie sugli alberi si tingono di tutte le varianti del giallo, dell’arancione fino al rosso. Le sovvenne così di pensare alla Valtellina con i suoi filari di vigne, alle passeggiate, al tempo che da ragazza aveva trascorso in un piccolo paesino proprio sopra Sondrio, Montagna in Valtellina (le aveva sempre fatta ridere un paesino in montagna che si chiama Montagna!), dove la sua famiglia aveva una casa che aveva costituito per anni il suo rifugio per studiare, per stare con gli amici, per andare a sciare durante l’inverno. Era una casa grande, su due piani e con un bel camino; non era però troppo comoda da raggiungere e all’interno i due piani erano collegati da una ripida scala. Non aveva affaccio sulla valle, dove ci sarebbe stata una magnifica vista sul castello Grumello, e conseguentemente risultava un filino buia. Tuttavia Adalisa aveva amato moltissimo quella casa e ne manteneva vividi ricordi. Sorrise ripensando a quella volta che a causa della neve e della strada ghiacciata la macchina non ne aveva voluto di sapere di salire e lei con gli amici di allora si era fatta i cinque chilometri da Sondrio a piedi!
La vita aveva seguito poi altri percorsi e la casa era stata a poco a poco lasciata sempre più sola fino a che non ne era stata decisa la vendita. Le era dispiaciuto molto ma allo stesso tempo sperava che i nuovi abitanti avrebbero continuato a far vivere la casa dei suoi ricordi.
Giacomo le si avvicinò silenzioso come un gatto, le sfiorò la spalla cercando di indovinarne i pensieri.
Adalisa gli fece un largo sorriso ma non parlò dei suoi ricordi della casa in Valtellina vicino a Sondrio. Invece lo soprese con una fetta di torta all’uva, un dolce facile da fare in casa. Era un modo per ingannare il tempo nella trepidante attesa della stagione del cioccolato. Il passaggio molto repentino dall’estate all’autunno con il conseguente brusco calo delle temperature aveva acceso le loro speranze: le ragazze di Pasticceria Su Misura avevano già rimesso in produzione i baci, sicuramente stavano per tornare gli ungheresi, i bignè allo zabaione e a breve avrebbero iniziato la produzione di praline.
La loro stagione dolce preferita sarebbe arrivata presto, molto presto.
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