mercoledì 27 gennaio 2021

PER NON DIMENTICARE

"Prova anche tu, 
una volta che ti senti solo 
o infelice o triste, 
a guardare fuori dalla soffitta 
quando il tempo è così bello. 
Non le case o i tetti, ma il cielo. 
Finché potrai guardare 
il cielo senza timori, 
sarai sicuro 
di essere puro dentro 
e tornerai ad essere felice."

A 76 anni dall'ingresso degli alleati nel campo di sterminio di Auschwitz, nel giorno in cui il mondo scoprì l’orrore che si nascondeva dietro quel filo spinato, in quei campi di sterminio, anche quest’anno come ogni anno (in Italia dal 2000 con la legge n. 211), il 27 gennaio si celebra LA GIORNATA DELLA MEMORIA. È anche compito nostro tenere sempre vivo il ricordo di quegli orrori, con la speranza che mai più si ripetano. Questa giornata è un messaggio rivolto a tutti ma soprattutto alle giovani generazioni, quelle che si trovano più distanti da quegli accadimenti, affinché venga scongiurato il rischio di lasciar cadere nell'oblio, se non addirittura nella negazione, quanto è successo. 

Il 27 gennaio cade proprio di mercoledì quest’anno, giorno del nostro appuntamento settimanale. Mi sarebbe dispiaciuto far finta di nulla, e semplicemente raccontarvi che i tortelli proposti per Sant’Agnese hanno avuto molto successo e presto continueremo a proporvene altri, dato l’avvicinarsi del Carnevale. E certamente in questo lungo periodo di pandemia che non accenna a passare, con tutte le difficoltà che ognuno di noi sperimenta ogni giorno, ognuno nella propria specificità, forse vorreste sentire parole di leggerezza, di speranza, di futuro. Un futuro che, io credo, certamente ci sarà e lo stiamo costruendo oggi tutti insieme, con gli sforzi e i sacrifici che stiamo facendo. 

Non potevo poi sorvolare su questa data anche perché la GIORNATA DELLA MEMORIA ha per me un profondo significato legato alle vicende della mia famiglia. Mia nonna, francese e donna tenace, quando già viveva a Milano con la famiglia, partecipò ad uno sciopero nell'azienda presso cui lavorava e, causa la delazione di un vicino, fu deportata: mio padre e mia zia non la videro mai più. Penso spesso a lei, penso che avrei tanto voluto conoscerla, mi chiedo se mi sarebbe piaciuta, se saremmo andate d’accordo. Dicono che le somigli così come somiglio a mio papà. Perdonerete quindi, il velo di tristezza di queste mie brevi note, ma ho ritenuto importante scriverne. Per ricordare a tutti che, anche nelle difficoltà, possiamo essere migliori. Anche in questo periodo difficile, possiamo davvero fare la differenza.

La mia nonna, Charlotte Toma


1 commento:

Betty Lazzarotto ha detto...

Ti assomiglia tantissimo, tantissimo. Che bello che ce l'hai raccontata ❤