giovedì 31 ottobre 2024

LUOGHI DEL CUORE. CANTU'

CANTU’

Cantù è un comune italiano di 40.023 abitanti della provincia di Como in Lombardia. È il secondo comune più popoloso della provincia dopo il capoluogo e il venticinquesimo della Lombardia.
Oltre che per la pallacanestro, Cantù è famosa per essere chiamata la Città del mobile, per la presenza di numerose aziende importanti in tutto il mondo e di musei come quello del Design e dell'arredamento e RIVA1920-Museo del legno.


Ve lo dico subito: il luogo di questa settimana non è veramente un mio luogo del cuore ma più semplicemente il luogo dove mi è capitato di vivere da ragazza con la mia famiglia.
I miei genitori sono entrambi milanesi e vivevano a Milano prima di sposarsi, Cantù però fu il luogo del loro incontro.
La famiglia di mamma vi si era trasferita al seguito dello spostamento dell’azienda dove lavorava il nonno, in qualità di ottico, spostamento dettato dall’infuriare dei bombardamenti su Milano durante la seconda guerra mondiale.
La famiglia di mamma tornò a vivere a Milano solo a metà degli anni ’50; mamma già faceva l’impiegata in una piccola ditta a Cantù e si trovò così a fare la pendolare sul tragitto opposto a quello che avrei fatto io diversi anni dopo.
La mamma lavorava nella ditta di papà, anche se vi confesso che non conosco le ragioni per le quali mio padre aveva aperto la sua attività proprio a Cantù. Nacque l’amore, la decisione di sposarsi, la scelta di vivere vicino al lavoro. E fu così che, nata io a Milano come mia sorella e mio fratello, di fatto ho vissuto i primi 25 anni della mia vita nella cosiddetta “Città del Mobile”. La cittadina in sé non ha molto da offrire, se vi capita di passarci vi consiglio di non perdere la visita alla Basilica di Galliano (leggete il mio articolo dell’11 aprile) e di visitare i musei sopracitati; Cantù è ancora oggi inserita in un’area boschiva abbastanza ampia anche se quando ero ragazzina intono al centro era tutto verde e aperta campagna mentre oggi “là dove c’era l’erba ora c’è una città” (cit.).

Vi parlo di questa cittadina perché è ancora lì che vive la mia famiglia d’origine e conseguentemente è un luogo dove mi reco frequentemente. Nel cimitero cittadino riposano tutti i miei cari, i nonni, le zie e il mio adorato papà: li porto tutti stretti nel mio cuore e li penso accanto a me anche se non li vedo più. Oltre alle persone della mia famiglia, sono diverse le persone amiche che, da più o meno lungo tempo, non sono più accanto a me. La morte di una persona che amiamo è sempre un evento triste, tragico se avviene in età prematura, pur essendo la morte l’evento più naturale della vita umana. Si tratta comunque di un evento che va sempre trattato con rispetto, e il ricordo accolto nel nostro cuore e curato con affetto.

Pasticceria Su Misura già da qualche anno ha scelto di non cavalcare la festa di Halloween per un sentimento di pudore e rispetto nei confronti dei nostri defunti. Non vogliamo sembrare “spocchiose”, anche a noi le feste commerciali fanno comodo ovviamente, ma questa proprio non ci piace. Quindi niente più teschi, scheletri, dita mozzate o dolci spaventosi. Solo dolci buoni, da gustare in famiglia, con gli amici, con la persona amata, ripensando a quanto amore ci è stato donato da chi ora vive solo nei nostri cuori.

Venerdì 01 Novembre saremo aperti con orario ridotto dalle 08.30 alle 12.00,
Sabato 02 Novembre dalle 08.00 alle 12.00 - pomeriggi chiuso



giovedì 24 ottobre 2024

LUOGHI DEL CUORE. FABRIANO, MARCHE

FABRIANO, MARCHE

Fabriano è la città che non ti aspetti, che va visitata a piedi, tra le viuzze del centro, perché si scopre camminando, complice le distanze che si accorciano, che permettono di passare da una piazza all’altra in 5 minuti. Fabriano è conosciuta almeno in tutta Europa come la Città della Carta, delle cartiere che oggi producono principalmente carta da banconote ma che una volta era famosa per i fogli da disegno F4. In centro, di fianco ai giardini Regina Margherita, si trova il Museo della Carta e della Filigrana, che è visitato da migliaia di turisti e scolaresche ogni anno. Partendo dalla fabbricazione a mano della carta fino ad arrivare all’esposizione delle filigrane, si può percorrere il viaggio storico della carta. Dentro il museo le appassionate e preparate guide non dimenticano mai di parlare delle curiosità, come ad esempio la carta fatta con i carciofi o le banconote più rare al mondo.


Un’estate di alcuni anni fa avevamo programmato una vacanza a Vienna e a tal fine mi ero anche munita di apposita guida; all’ultimo momento decidemmo per un repentino cambio di rotta e invece di andare verso Nord ci dirigemmo verso Sud e trascorremmo una meravigliosa settimana nelle Marche; girammo tutto l’entroterra alla scoperta di patrimoni artistici, paesaggistici e anche gastronomici. Mantengo un ricordo bellissimo di quella vacanza che davvero non mi aspettavo. Una delle nostre tappe fu la cittadina di Fabriano con l’imperdibile visita al museo della carta.
Da bambina, come ben sapete ormai, amavo disegnare e avevo anche io i mitici fogli F4, i fogli da disegno della Fabriano.

Ho pensato oggi a questo mio luogo del cuore per parlarvi di carta anche se non di carta da disegno.
Ilaria ed io più volte all’anno, in modo particolare in vista di Pasqua e Natale, organizziamo dei pomeriggi di acquisto di carta, e non solo: sacchetti di svariate dimensioni, dal fondo piatto per contenere torte e pasticcini, sacchetti di carta per le nostre brioche, scatole per macaron, praline, palline e ovetti di cioccolato; insieme alla carta prendiamo i nastri per le nostre confezioni, scegliendo di anno in anno colori e abbinamenti diversi, le decorazioni per la nostra vetrina e tutto quanto occorre per fare festa.
Sono pomeriggi tutt’altro che riposanti, anche perché in genere optiamo per il martedì approfittando della chiusura alle 14.00 e quindi quando abbiamo già macinato diverse ore di lavoro.

Da sempre la nostra volontà è di presentare bene i nostri prodotti senza però strafare, perché importante è la confezione ma ancora di più il contenuto; utilizziamo solo sacchetti di carta, ovviamente, belli e robusti. Vi dirò di più: alcuni nostri clienti hanno preso l’abitudine, sana, di tornare da noi con il loro sacchettino. Io da anni viaggio con dentro allo zaino almeno un paio di borse di tela e tengo i sacchetti dei nostri negozi preferiti per gli acquisti settimanali. In effetti molte persone che frequento fanno la stessa cosa. Credo che questo “riciclo di sacchetti” possa essere un buon modo per risparmiare e soprattutto per non sprecare carta, già se ne consuma e se ne butta in eccesso.
Sono piccoli, piccolissimi gesti, ma tutti insieme possono fare la differenza.
Vi invito quindi a conservare i nostri sacchetti e portarne sempre uno con voi: un acquisto di dolcetti da Pasticceria Su Misura può sempre capitare anche quando non previsto.
Vi aspettiamo.

Autunno in vetrina


giovedì 17 ottobre 2024

LUOGHI DEL CUORE. SCHEGGINO, UMBRIA

SCHEGGINO, UMBRIA

Scheggino, provincia di Perugia, è un paese di meno di 1000 abitanti situato lungo la valle del fiume Nera. La storia è del tutto simile agli altri centri del comprensorio della Valnerina: da citare il più lungo assedio a cui la cittadina fu sottoposta, quello del 1522 ad opera di Picozzo Brancaleoni, che tuttavia fu respinto grazie alla presenza del castello e alle possenti mura che all’epoca circondavano interamente la città. Oggi tale paese gode di un paesaggio veramente singolare, dovuto alla particolare bellezza della vallata del Nera in questa zona. Le splendide Fonti di Valcasana che sgorgano a poca distanza dal paese sono un esempio dello spettacolo che la natura offre in queste zone.
La chiesa di San Nicolò, in pieno centro storico, risale al secolo XIII ma è stata interamente rifatta nel corso del XVI secolo. Pregevoli affreschi si trovano all’interno in corrispondenza dell’abside, attribuibili allo Spagna, molto attivo in questa regione durante gran parte della sua vita. La chiesa di Santa Felicita, pur essendo del pieno periodo romanico, stupisce per il suo stile primitivo che ne fece erroneamente attribuire la datazione al periodo longobardo.


Adalisa amava sfogliare i suoi vecchi album di foto, specie nelle piovose giornate autunnali. Adalisa aveva sempre avuto passione per le foto, passione ereditata dalla mamma. La casa era disseminata di portaritratti, con le foto dei genitori, dei nonni, foto sue e di Giacomo, di amici e ovviamente dei gatti; foto sfuse erano appoggiate a cornici, libri, incastrate nei vetri della madia del nonno. E poi c’erano gli album delle vacanze, conservati gelosamente: dai più vecchi, con le foto attaccate con gli appositi triangolini e le scritte a mano, a quelli più recenti che formavano piccoli, preziosi libri di ricordi.
Le venne per le mani l’album della loro vacanza in Umbria: base a Scheggino ospiti di una coppia stupenda, amici di amici. Ricordava bene, Adalisa, il loro arrivo in questo delizioso paesino che pareva un piccolo presepe e le tante gite alla scoperta di une regione, l’Umbria, davvero meravigliosa (ma quale luogo non è meraviglioso in Italia?).

Adalisa era così assorta nei suoi ricordi e nelle sue foto che non sentì Giacomo materializzarsi accanto a lei.
“Sono le cinque, l’ora del tè, ti va una bella tazza di tè?” chiese Giacomo, con aria complice.
Adalisa si rianimò ma un attimo dopo una piccola nuvola apparse nel suo sguardo, unita ad un leggerissimo senso di colpa. “Ho terminato i biscotti, sai che gli Ungheresi sono i miei preferiti!”.
Un tè senza biscotti, cosa si poteva fare? Giacomo la guardò con affetto, con quel sentimento che li univa immutato e complice da diversi decenni e senza aggiungere nulla prese dalla dispensa non uno ma ben due vasetti di confettura dall’inconfondibile etichetta: “quella di fichi neri e vaniglia è appena arrivata, ma per il tè può andare bene anche quella di lamponi, che ne dici? Le fette biscottate ci sono”.
Da Pasticceria Su Misura le confetture non mancavano mai, erano sempre buone, fatte con frutta di stagione, solo frutta buona di piccoli produttori della zona, e zucchero quanto basta.
Ottime per il tè ma anche per accompagnare i formaggi freschi come la confettura di more di gelso.
Il tè era già pronto, Adalisa guardò Giacomo con infinita tenerezza porgendogli una fetta biscottata ricca di confettura Pasticceria Su Misura.
“Domani però facciamo anche scorta di biscotti!”

Le confetture di Pasticceria Su Misura


giovedì 10 ottobre 2024

LUOGHI DEL CUORE. IL CHIANTI, TOSCANA

IL CHIANTI, TOSCANA

Il Chianti è una zona geografica situata nel cuore della Toscana, che si estende per circa 20 km a cavallo fra le province di Firenze, Siena e Arezzo. Il territorio è caratterizzato da colline medio alte anche denominate complesso dei Monti del Chianti, il cui punto più elevato è Monte San Michele, alto 893 metri.
Dal punto di vista storico, il nome inizialmente identificava i territori appartenenti all’antica Lega Militare Fiorentina del Chianti, composta da Gaiole, Radda e Castellina in Chianti.
Oggi, anche in virtù della legge sulla denominazione dei vini, con l’espressione “Chianti” si intendono i territori compresi nei comuni fiorentini di San Casciano e Tavernelle in Val di Pesa, Greve in Chianti, parte di Barberino in Val d’Elsa e nei comuni senesi di Castelnuovo Berardenga e Poggibonsi. L’attività più emblematica da fare nel Chianti è una degustazione di Chianti Classico. Il Chianti Classico è uno dei vini più nobili al mondo e si fregia del nome della terra da cui nasce, nel rispetto di norme severe che ne tutelano e garantiscono la qualità. Protagonista indiscusso del Chianti Classico è il Sangiovese di qualità superiore, presente in percentuali che possono andare dall’80 al 100%. Sono ammesse altre uve a bacca rossa per un ammontare complessivo che può arrivare al massimo al 20%: Canaiolo, Colorino, Cabernet Sauvignon e Merlot.


Ho da sempre amato la buona tavola e il buon vino, oltre ai dolci che sono ovviamente la mia passione, quella che mi ha portato a creare Pasticceria Su Misura.
Il buon vino è un elemento importante delle tavole famigliari e anche delle amicizie mie e del mio bene amato. Una ventina di anni fa, più fresca di mente e di spirito e con meno impegni lavorativi avevo persino seguito, con profitto, il corso di 1^ livello dell’AIS, Associazione Italiana Sommelier.
Fu in quell’occasione che feci una splendida gita nella zona del Chianti, ovviamente per ammirare il paesaggio ma ancora più ovviamente per degustare splendidi vini.

Anche in pasticceria si fa ampio uso di ingredienti alcolici, rhum, marsala, Grand Marnier e vino rosso!
Il vino rosso che ho scelto per la mia produzione non è un Chianti Classico ma un altro vino rosso che a me piace molto: il Santa Cristina. Prodotto fin dal 1946, è un piacevolissimo blend di Sangiovese, Cabernet, Merlot e Syrah che regala nel bicchiere sensazioni intensamente morbide e fruttate.
Vi starete però chiedendo di quale produzione parlo e già vedo i vostri sguardi curiosi.
Scommetto che chi ci conosce da un po’ avrà senz’altro indovinato; per chi non avesse intuito svelo subito l’arcano mistero: Zanzibar, la nostra pralina speziata, anche nota come “Chianti speziato” anche se, come vi ho appena detto, ho virato sul Santa Cristina che ha in comune con il Chianti il vitigno Sangiovese.
Sono molto affezionata a questa pralina, è stata la prima che ho sperimentato agli albori della mia vita da pasticcera quando, dopo aver seguito i corsi dell’indimenticabile Maestro Eliseo Tonti a Brescia, avevo iniziato ad impratichirmi già nella cucina di casa!

E a questo punto sento proprio la vostra gioia: ebbene sì! La stagione del cioccolato è iniziata e nei prossimi giorni faranno bella mostra di sé sul banco di Pasticceria Su Misura le nostre praline tra le quali, ovviamente Zanzibar. Un pizzico di nostalgia, mescolato a tanta soddisfazione e orgoglio, si impadronisce di me a questo punto: le nostre praline nascono oggi dalle mani sempre più esperte delle mie fanciulle e a me non resta che degustare. Insieme a voi.

Le nostre praline fatte a mano, una ad una


giovedì 3 ottobre 2024

LUOGHI DEL CUORE. FERRARA

FERRARA

Prima città moderna e tra le signorie più importanti e culturalmente fondanti del rinascimento italiano, Ferrara fu una delle capitali europee della cultura, dell’arte, della politica, della gastronomia, nonché punto di riferimento per artisti, poeti e cantori. La dinastia estense, grande famiglia di mecenati eccentrici e colti, fu capace di trasformare in tre secoli un centro rurale in un capolavoro del rinascimento. Sotto il dominio degli Este, infatti, Ferrara conobbe i suoi secoli di maggiore fioritura, ospitando le più importanti personalità dell’epoca in campo artistico e letterario e rivestendo un ruolo di primissimo piano in molti campi. Annoverata dal 1995 tra i luoghi patrimonio dell’umanità Unesco, la città di Ferrara prese forma tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500 sulla base di un disegno urbanistico di nuovissima concezione progettato da Biagio Rossetti. Dal quartiere medievale, nucleo originario della città, con le sue strade strette e caratteristiche e la splendida Cattedrale, si passa alle spaziose architetture rinascimentali, massima espressione della rivoluzione estense, dove sorgono meravigliosi palazzi costruiti come residenze dei signori e oggi intatti nel loro raccontare. Al centro dell’Addizione Erculea e noto per le oltre 8000 bugne, a forma di piramide o di “diamante”, in marmo bianco e rosa, che ne coprono le due facciate dandogli il nome, lo splendido Palazzo dei Diamanti ospita oggi importanti e prestigiose mostre temporanee.


Era il 2005 quando il mio bene amato mi propose una gita a Ferrara con lo scopo preciso di andare a Palazzo dei Diamanti dove era in corso la mostra “Natura, emozione, ricordo” del pittore Jean Baptiste Camille Corot, (Parigi, 1796-1875) considerato uno dei più sensibili paesaggisti dell’ottocento. La gita a Ferrara è stata una delle prime, bellissime, cose che abbiamo fatto insieme; ero molto felice che mi avesse proposto la visita alla mostra, stupenda, dato che anche io ho sempre amato molto la pittura tanto che il mio sogno da piccola, in alternativa a quello della pasticceria, era proprio quello di dipingere.
Quella rappresentata da Corot è una natura molto bella, molto coinvolgente; osservare i suoi quadri è come immergersi nel paesaggio, fare una passeggiata all’aria aperta, si sentono i profumi e i rumori di quello che si ammira. La bellezza è qualcosa che riempie di gioia, appaga gli occhi e il cuore.

Non sono diventata la grande pittrice che sognavo da piccola e per una parte della mia vita il mio lavoro è stato assai lontano da quei sogni. Oggi però mi sento un po’ come se avessi chiuso il cerchio dei miei desideri.
Sono riuscita, all’inizio da sola e poi con Ilaria, a creare una piccola azienda che funziona bene, produce bontà e bellezza. In pasticceria contano entrambi gli aspetti, quelli che stuzzicano i nostri sensi: vista e palato. Certamente penso che un dolce debba essere principalmente buono ma l’aspetto esteriore è comunque importante. Non bisogna però cadere nell’errore di salvaguardare solo l’aspetto estetico, cosa che a mio parere si è vista spesso specie con la moda del “cake design”: torte super scenografiche ma senza sostanza. Sarò io un tipo difficile ma vi confesso che mi urta abbastanza anche la più recente usanza di proporre torte brutte, pacchiane, dai colori chiassosi e con scritte poco eleganti: quest’ultima moda pare nascere dalla necessità di contrastare la perfezione ad ogni costo ma trovo questa cosa totalmente fuori dal mio pensiero.
Io credo che sia giusto bilanciare i due aspetti: bontà, che comunque prevale, e estetica che però non deve mai essere eccessiva.
Fortunatamente in laboratorio con me, ma ormai sempre più “invece di me”, ci sono Giulia e Madi: due pasticcere molto brave, capaci di coniugare questi aspetti perfettamente, esattamente come ho sempre fatto anche io. E sono molto soddisfatta di vedere che il mio approccio al dolce viene portato avanti lungo il solco del sentiero che ho iniziato e che si arricchisce di giovane creatività. Lo stile di Pasticceria Su Misura resta così inconfondibile.

Torta Chantilly con macaron e scritta personalizzata