giovedì 25 maggio 2023

CAFE' ROYAL

Marco Balzano, scrittore, poeta e italianista italiano - 2023

Dal Café Royal prima o poi ci passano tutti: genitori e figli, donne indaffarate, coppie di amanti e adolescenti spaesati. Davanti al bancone si srotolano relazioni da aggiustare e nuovi incontri, una galleria degli specchi in cui ciascuno può sorprendersi riflesso. Come spesso accade, i personaggi di questo imprevedibile romanzo corale s'incrociano ogni giorno, si salutano, a volte si confidano e altre si ignorano. Forse non ne sono consapevoli, ma insieme formano una comunità. Marco Balzano ha scritto un libro fresco, vivo, incredibilmente contemporaneo, pieno di snodi, inciampi e possibilità. Storie che corrono a perdifiato, dove le traiettorie della vita s'intrecciano con i capricci del destino.


Ho letto la trama di questo romanzo e ho sorriso tra me e me, pensando che avrei potuto trasformare il titolo in “Pasticceria Su Misura”, spostare la narrazione da Milano, Via Marghera, a Lecco, Via Cavour, et voilà! Ecco il mio romanzo. Scrivere un romanzo, però, non è così semplice e quindi io mi limito a prendere spunti da chi è bravo, trovare il trait d’union e parlarvi un po’ di noi.

Da Pasticceria Su Misura passano davvero in tanti, studenti, insegnanti, pendolari, mamme, pensionati, giovani e meno giovani, con una certa prevalenza femminile forse dovuta al carattere “tutto femminile” della nostra attività.

Alle 7.30, orario di apertura, il banco è pieno di ogni genere di dolcezza; la zona riservata alle colazioni è stracolma con tutte le nostre brioche, dal cornetto classico alla crema cotta che nella versione con uvetta sta vivendo un momento di grandissima richiesta, passando per la pasta pistacchio con pistacchio o gianduia, pere, mele, limone, arancio, mirtillo, lampone senza trascurare le nostre brioche vegane. Un tripudio di colori e di sapori che appagano vista e palato e danno una bella carica per iniziare la giornata. Verso metà mattina l’offerta è già ridotta ma chi vuole essere certo di non restare a bocca asciutta prenota la sua brioche il giorno prima. Oltre alle brioche, le proposte per la colazione prevedono, a seconda del giorno della settimana, sfoglie mela, cornetti sfoglia, ciambellone nelle sue tante differenti declinazioni, piccoli strudel, pasticciotti, zeppole con panna e lamponi.

La vita che si dipana davanti ai nostri occhi è variegata, a volte chiassosa altre silenziosa, si trovano i colleghi in pausa che continuano a parlare di lavoro, gli studenti e gli insegnanti durante l’intervallo, lavoratrici e lavoratori delle Ferrovie, del Comune, della Provincia. Davanti a una buona colazione e a un buon caffè nascono amicizie, si stringono accordi, ci si innamora e qualche volta ci si lascia.

Durante la settimana prevalgono le “facce note”, i clienti abituali; tanti di loro non più solo clienti ma amici che ci fanno le loro confidenze e ai quali noi facciamo le nostre, in uno scambio di affetto, solidarietà, conforto e allegria a seconda dei momenti. Nel fine settimana il nostro piccolo universo cambia un pochino volto, si aggiungono più turisti, italiani e non, i gitanti, i ciclisti, i montanari. A corollario di questo poliedrico mondo, durante il fine settimana mi capita di frequente di ricevere visite di amici, vecchie conoscenze, compagne di scuola, persone che magari non vedo da tempo e che trovandosi a Lecco non perdono occasione per un saluto e una bella colazione. 
La felicità si nasconde nelle piccole cose, anche in una brioche fatta con tanto amore.





giovedì 18 maggio 2023

LA BAMBINA CHE NON DOVEVA PIANGERE MAI

Giuseppe Culicchia - 2023

Questa è la storia di Ada, la storia di una bambina che non doveva piangere e che, ormai donna, piangerà fino a morirne. Ada Tibaldi era la madre di Walter Alasia, brigatista, morto a vent'anni nel 1976 in uno scontro a fuoco con la polizia. Nata nel 1933 a Nole Canavese, Ada è la terza di sei tra fratelli e sorelle, con una madre che si fa in quattro per mandare avanti la casa e un padre che lavora in fabbrica e porta fiero la camicia nera. La sua infanzia è segnata dallo scoppio della guerra, dalla fame e dalla paura; l'adolescenza dalla fine di un conflitto che si è fatto fratricida e da una voglia spavalda di vivere, ballare e ridere perfino tra i telai, dove comincia a lavorare appena ragazzina. Poi, l'incontro con Guido Alasia, operaio, ex internato a Mauthausen: è l'inizio del capitolo più importante della sua vita, l'ultimo. È a Sesto San Giovanni che Ada, giovane madre di due bambini, torna in fabbrica. Sono anni di scioperi e rivendicazioni sindacali. Ada s'iscrive al PCI, partecipa con passione alle manifestazioni per i diritti delle lavoratrici. Un fuoco che condivide con il figlio minore Walter, che crescendo le somiglia sempre più: la complicità tra loro è assoluta, va dal senso dell'umorismo all'amore per la musica agli ideali politici. Tanto che, quando lui entra nelle Brigate rosse, è lei l'unica a saperlo. La notte in cui la polizia suona il campanello di casa, il 15 dicembre del '76, Ada capisce subito che la Storia è venuta a prendersi quanto ha di più caro al mondo.


Non un libro facile, da leggere a cuor leggero questa settimana. Un libro che però credo ben si cali nel momento storico che stiamo vivendo e porti alla luce altri momenti storici, momenti che io ho vissuto nei ricordi di famiglia, la guerra, la mamma di papà deportata in un campo di concentramento, la famiglia di mamma sfollata per sfuggire alle bombe su Milano; e poi gli anni settanta, “anni di piombo” ma anni carichi di ideali e di speranze, anni che io ho vissuto da bambina spettatrice. E in tutto questo, Ada, la protagonista di questo commovente libro. Una madre, disposta a tutto per un figlio di cui condivide gli ideali politici, ideali che lo portano però su una strada estrema che probabilmente Ada non condivide ma non tradisce, finendo con il perdere quanto di più caro al mondo.

La mamma. L’abbiamo festeggiata pochi giorni fa con un tripudio di torte a forme di cuore. Una figura presente nella vita di tutti noi, con la quale tutti dobbiamo fare i conti, una donna che ci ama in modo incondizionato ed eterno, un amore che a volte può rischiare di divenire ricattatorio e opprimente. Il rapporto tra madri e figli è ciò che più caratterizza gli esseri umani ed è ciò che di più difficile si dipana nelle nostre vite.

Vogliamo ringraziare le nostre mamme per l'incommensurabile amore di cui ci inondano, della massa enorme di cure che ci dedicano, della loro presenza sempre e comunque. E cerchiamo di amarle sempre, anche quando non ci capiscono, anche quando, passati tanti anni, sono loro ad aver bisogno di noi e questo le rende fragili e insicure.

Dedico queste poche parole a tutte le mamme, mamme da poco che hanno di fronte un mistero da vivere ogni giorno e un esserino che dipende solo da loro; mamme che hanno ormai figli grandi e cercano di colmare i sacrifici fatti pensando un po’ di più a loro stesse; mamme ormai avanti negli anni che hanno figli che con la loro stessa generosità cercano di ricambiare il loro amore e le cure ricevute, ricevendo a volte in cambio rimbrotti e lamentele. Ma dedico queste mie parole anche a tutte le mamme che lo sono per spirito di solidarietà e per amore verso il prossimo, indipendentemente dal fatto che abbiamo generato un essere umano. Ci sono tanti modi di essere mamma e ogni modo merita la nostra riconoscenza e il nostro affetto.



giovedì 11 maggio 2023

LA RICREAZIONE È FINITA

Dario Ferrari - 2023

Marcello è un trentenne senza un vero lavoro, resiste ai tentativi della fidanzata di rinsaldare il legame e cerca di prolungare ad libitum la sua condizione di post-adolescente fuori tempo massimo. Per spirito di contraddizione, partecipa a un concorso di dottorato in Lettere, e imprevedibilmente vince la borsa. Entra così nel mondo accademico e il suo professore, un barone di nome Sacrosanti, gli affida come tesi un lavoro sul viareggino Tito Sella, un terrorista finito presto in galera e morto in carcere, dove però ha potuto completare alcuni scritti tra cui le Agiografie infami, e dove si dice abbia scritto La Fantasima, la presunta autobiografia mai ritrovata. “La ricreazione è finita” è un’opera che si presta a significati e interpretazioni molteplici. Un narrato in cui si stratificano il genere del romanzo universitario imperniato dentro l’artificioso mondo dell’accademia, con il romanzo di formazione; il divertimento divagante sui giorni perduti di una generazione di provincia, con la riflessione, audace e penetrante, sulla figura del terrorista; e il romanzo nel romanzo, dove l’autore cede la parola all’autobiografia del suo personaggio.


Le ordinazioni dell’ultima settimana hanno stuzzicato i miei pensieri e così, sempre grazie alla preziosa disponibilità del mio consulente speciale, vi propongo questo recente romanzo, ancora una volta edito da Sellerio, romanzo che mi permette di parlarvi di università e lauree. Io ho frequentato l’Università Cattolica di Milano, facoltà di Economia e Commercio e corso in Scienze Economiche e Bancarie. Ripenso a quegli anni con un misto di nostalgia e di sollievo. Erano anni impegnativi, lo studio pretendeva la massima concentrazione e le lezioni richiedevano la mia presenza. Quattro anni, con corsi sempre annuali e prove d’esame con almeno uno scritto, a volte due, e una prova orale. Ricordo gli incubi della notte antecedente l’esame di matematica, passato poi al primo colpo con un 23/30 su cui non avrei mai scommesso e una grande gioia; matematica era l’incubo di quasi tutti e conoscevo persone in Università bloccate per anni da questo terribile esame. L’Università Cattolica di Milano è a breve distanza dalla Stazione Ferroviaria di Cadorna e io percorrevo la strada a piedi camminando a passo spedito e spesso, sulla via del ritorno, correndo come una disperata per non perdere l’ultimo treno utile. Alla Cattolica non erano, come si dice, “di manica larga” e arrivare a prendere 30 all’esame era impresa ardua che mi riuscì qualche volta, e in un esame fondamentale dell’ultimo anno arrivai alla lode. Penso al giorno della mia laurea, il 4 luglio di un anno che non sto a dirvi, come uno dei più belli della vita. Presenti i miei genitori e qualche amica. Ero molto felice di avere dato a mio papà e mia mamma questa soddisfazione, loro che avevano fatto grandi sacrifici per permettermi questo traguardo. Certo, negli anni di studio avevo fatto tutti quei lavori che fanno gli studenti: ho insegnato come supplente e dato lezioni private, ho cercato di dare una mano per la contabilità della piccola impresa di famiglia e un’estate ho lavato piatti in un luogo per ritiri spirituali. Lavoretti che mi permettevano di dare il mio piccolo contributo alle spese universitarie anche se, ripensandoci, il contributo era esiguo e in realtà serviva a mettere a posto la mia coscienza.

Negli ultimi giorni Pasticceria Su Misura è stata coinvolta nei festeggiamenti per le lauree degli ingegneri del Politecnico, sia a Lecco che Milano. È sempre bello poter essere presenti e partecipi con i nostri dolci a giornate così importanti. Un grande in bocca al lupo a tutti i nuovi laureati con l’augurio di una vita professionale ricca di soddisfazioni.

Ps domenica 14 maggio è la Festa della Mamma! Ve lo ricordo e la prossima settimana vi racconterò come andata.




giovedì 4 maggio 2023

MATERNITA'

Sheila Heti – 2019

Il desiderio di maternità è un insieme di forze contrastanti che non riguarda solo la procreazione, la famiglia, il padre e la madre, i figli, ma uno spazio emotivo più ampio in cui convivono infelicità e speranza, realizzazione di sé e smarrimento. Ed è da questo assunto che scaturisce uno degli sguardi più originali e potenti degli ultimi anni su un tema che suscita prese di posizione spesso inconciliabili. Ciò che sconvolge l’autrice è il destino già scritto in ogni giovane donna, quello di un imperativo culturale e naturale a cui pare impossibile sottrarsi. “Maternità” è una disamina della procreazione dal punto di vista etico, sociale e psicologico, è la cronistoria di un'illuminazione esistenziale che si fa strada faticosamente, e insegue, consapevole della difficoltà della sfida, la possibilità di una nuova stesura delle regole della femminilità.


Da poco iniziato il mese di maggio, la nostra attenzione si va concentrando su una festa molto importante e anche impegnativa: la festa della mamma. Questa festa ha una propria data specifica cioè l’8 di maggio ma per convenienza puramente commerciale, non nascondiamoci, la festa viene spostata alla prima domenica successiva. Quest’anno sarà il 14.

Non è però solo la festa della mamma ad avermi spinto a proporvi questo libro edito da Sellerio, già di per sé una garanzia di alta qualità (noi a casa abbiamo tutta una sezione di libreria in blu, il colore dei libri Sellerio) ma il recente evento tanto atteso: una nuova piccola donna è entrata a far parte della PSM Family, si chiama Alice è piccola, tenera e dolce proprio come un pasticcino. La nostra Giulia festeggia quest’anno la sua prima festa della mamma.

Io di figli non ne ho ma l’idea di averne capitò anche a me, in quegli anni in cui senti che non resta troppo tempo per decidere e la pressione si fa tangibile. Quell’attimo in cui pensai che forse volevo mettere al mondo un figlio, e di certo avrei voluto una figlia che mi assomigliasse, mi chiesi anche se avrei “dovuto” procreare ed è questo a mio modo di vedere il punto nodale; certamente questa che condivido con voi è solo la mia opinione, ma io sono abbastanza convinta che ancora oggi siano molte, addirittura troppe, le donne che ritengono, magari nel loro inconscio, che mettere al mondo uno o più figli sia l’unico modo per concretizzare la loro femminilità e realizzare la loro persona.

Oggi mi sento soddisfatta e non mi rammarico di non aver avuto figli. Le mie realizzazioni personali sono arrivate in molti altri campi, campi che hanno comunque previsto anche la cura e l’attenzione verso altri esseri umani. Ho avuto la fortuna di circondarmi di tante giovani e giovanissimi: le mie fanciulle del gruppo scout, i miei nipoti nei loro primi anni di vita ed ora le giovani che lavorano con me. A partire dalla mia socia Ilaria, forse una sorella minore, a Giulia e Madi, le mie “bambine”.

Pertanto felice delle mie scelte personali, e carica di un’affettività sincera e gratuita, è naturale che la maternità di Giulia, l’arrivo di Alice, mi abbiano emozionato tantissimo riempiendomi di gioia e di amore per loro. Sarà con un entusiasmo diverso, rinnovato che affronteremo quest’anno la Festa della Mamma.

Benvenuta fra noi Alice!