giovedì 28 aprile 2022

LE FATE IGNORANTI

Regia di Ferzan Özpetek -2001
Interpreti principali: Margherita Buy, Stefano Accorsi, Serra Ylmaz.

Antonia, un medico specializzato nella cura dell'AIDS, e suo marito Massimo sono una coppia di quarantenni, socialmente affermati, che sembrano vivere un legame intenso e perfetto seppur abbastanza routinario, disturbato solo dal difficile rapporto che la donna vive con la propria madre. La tranquilla quotidianità di Antonia viene irreparabilmente sconvolta quando Massimo muore improvvisamente, travolto da un'auto. Tra gli oggetti personali che, in una pausa della depressione, ritira presso l'ufficio dove Massimo lavorava, Antonia scopre un quadro, dal titolo “La fata ignorante”, con dedica, che la pone sulle tracce di un'amante misteriosa, della quale naturalmente la giovane donna ignorava l'esistenza. Margherita scopre che l’amante misteriosa era un uomo di nome Michele e grazie a lui Antonia entra in contatto con la variopinta comunità cui Michele appartiene: amici omosessuali, una donna transessuale, una profuga turca, il cantante turco Emir e una verace donna napoletana; una specie di famiglia allargata che abita nella mansarda di un edificio popolare situato in uno dei quartieri più caratteristici di Roma, l'Ostiense. La vita sulla terrazza, gli amori, i legami, le amicizie cambieranno totalmente la vita di Antonia.

I film di Özpetek sono belli, colorati, intrisi di sentimenti, coinvolgenti, appassionati, fanno ridere e fanno piangere allo stesso tempo. Li ho visti tutti e, anche se in modo diverso, li ho amanti tutti.
“Le fate ignoranti” resta comunque il mio preferito. Una piccola comunità, apparentemente senza regole, dove tutti si vogliono bene, dove regna l’amicizia pur con tutte le sue idiosincrasie e difficoltà: l’amicizia non è un sentimento facile, va coltivata con cura e a volte bisogna accettare che finisca. Le relazioni interpersonali, anche quando non arrivano all'amicizia, sono quantunque difficili, bisognose di cure e di amorevole pazienza.

Io vivo a continuo contatto con le persone; nel corso del tempo questo contatto intenso, bello e fonte di nuove ricchezze interiori, è diventato anche un po’ più faticoso; certo molto per parte mia che stento a ritrovare la gioia della condivisione con gli altri tipica dell’età più giovane.

Mi trovo costantemente immersa tra le persone, clienti, clienti che per fortuna sono diventati amici, sconosciuti, stranieri, gente di passaggio, persone beneducate e persone meno beneducate, ragazzini, giovani che ti danno del “tu” anche se potresti essere la loro madre o quantomeno una zia, o persone adulte che ti danno del “tu” a prescindere senza nemmeno pensarci. 
A volte capisco che la stanchezza, la fatica, lo scoraggiamento di un futuro che ancora non è roseo, può produrre in me reazioni tanto educate quanto, magari, “apparentemente” un tantino fredde, di questo me ne dispiaccio e in cuor mio spero sempre di migliorare. 

Come l‘amicizia, tutti i rapporti umani vanno educati, vanno fatti crescere e se i media, la televisione, i social hanno creato l’idea del “tutto e subito”, per noi di Pasticceria Su Misura non è così. Lavoriamo con amore, cerchiamo di risolvere le richieste di tutti, ma a volte dobbiamo dire di no perché il tempo non è sufficiente, e per le cose buone, si sa, ci vuole sempre un pizzico di pazienza; cerchiamo di rispondere ai vostri messaggi in tempi brevi e in modo esaustivo; in negozio, se siamo già impegnate con un altro cliente, vi chiediamo gentilmente di attendere e non abbiatene a male se vi chiediamo il rispetto delle norme in vigore, norme che forse cambieranno tra pochi giorni e noi ci adatteremo ad esse come fatto finora: per voi e per noi, e per lasciarci alle spalle questi ultimi due anni difficoltosi, una volta per tutte.

Mini Rubino in preparazione


giovedì 14 aprile 2022

JESUS CHRIST SUPERSTAR

Regia di Norman Jewison – 1973

Il film è la trasposizione sul grande schermo del musical omonimo di Tim Rice, autore dei testi, e Andrew Lloyd Webber, autore della musica. Fu un successo planetario, non esente da critiche da parte del mondo perbenista che non apprezzò del tutto questo Gesù versione hippy, decisamente terreno pur se rivisto per farlo aderire alla visione tutta occidentale del Cristo: bello, biondo e con gli occhi azzurri.

A pochi giorni dalla Pasqua, per molti giorni della vittoria di Gesù sulla morte e promessa di vita eterna, per altri solo giorno di festa e di gite fuori porta, vi ripropongo questo film che io vidi, con i miei genitori, alla sua uscita in Italia, nel 1974. Scontato dire che mi piacque da morire e sia io che mia sorella uscimmo dalla sala innamorate perse di questo Gesù, bello, affascinante e umano. Così come umana, e meravigliosa, fu Yvonne Elliman che interpretò Maria Maddalena innamorata di lui, sconvolta e confusa da un sentimento mai provato prima che esplode nella canzone da lei interpretata. La sua disperazione è nelle parole del testo della canzone, che vi allego, e che nei miei ricordi rimane la più bella del film. Io l’ho riascoltata e mi sono emozionata proprio come allora, incredibile…

Buona Pasqua!

"I Don't Know How To Love Him
I don't know how to love him.
What to do, how to move him.
I've been changed, yes really changed.
In these past few days, when I've seen myself,
I seem like someone else.
I don't know how to take this.
I don't see why he moves me.
He's a man. He's just a man.
And I've had so many men before,
In very many ways,
He's just one more.
Should I bring him down?
Should I scream and shout?
Should I speak of love,
Let my feelings out?
I never thought I'd come to this.
What's it all about?
Don't you think it's rather funny,
I should be in this position.
I'm the one who's always been
So calm, so cool, no lover's fool,
Running every show.
He scares me so.
I never thought I'd come to this.
What's it all about?
Yet, if he said he loved me,
I'd be lost. I'd be frightened.
I couldn't cope, just couldn't cope.
I'd turn my head. I'd back away.
I wouldn't want to know.
He scares me so.
I want him so.
I love him so.




giovedì 7 aprile 2022

IL PRANZO DI BABETTE

Regia di Gabriel Axel – 1987

Il film è tratto dall'omonimo racconto di Karen Blixen e vinse, nel 1988, l'Oscar come miglior film straniero.

Alla fine dell'Ottocento in un piccolo villaggio della Danimarca vivono due anziane sorelle, Martina e Philippa, figlie di un pastore protestante, dal quale hanno ereditato la direzione della locale comunità religiosa, respingendo le proposte di matrimonio e continuando a vivere una vita semplice e frugale per aiutare i compaesani in difficoltà. Un giorno si presenta alla loro porta, stremata, Babette Hersant, in fuga dalla Parigi. Babette viene accolta dalle anziane signorine e si guadagna l'ospitalità facendo da governante e contribuendo all'attività di beneficenza.

Trascorsi quattordici anni, da Parigi arriva a Babette la vincita di diecimila franchi d'oro alla lotteria. Le due sorelle pensano che Babette userà la grossa somma per tornare in Francia, ma lei chiede di poter dedicare un pranzo alla memoria del pastore loro padre, nel centenario della sua nascita. Martina e Philippa, anche se lusingate, vedono il banchetto come una minaccia alla loro vita tranquilla, e ottengono dagli abitanti del villaggio la promessa di non proferire parola sulle pietanze.

Aiutati dalla bontà del cibo, dall'atmosfera e dall'amore con cui i piatti sono stati cucinati da Babette, tutti diventano gioviali e felici. I commensali, seguaci di una vita priva di piaceri, saranno letteralmente sedotti ed inebriati dal pranzo che Babette ha voluto organizzare, trovando la forza per superare le discordie che li dividevano, al punto di arrivare a danzare tutti insieme tenendosi per mano sotto il cielo stellato, prima di riguadagnare le proprie abitazioni.

Babette altri non è che una famosa cuoca francese che per organizzare questo pranzo e smuovere gli animi inariditi della comunità ha speso tutto il suo denaro rimanendo povera: ma d’altronde un artista non è mai povero!
Se non avete mai visto questo film vi consiglio caldamente di rimediare. È un film meraviglioso che lascia davvero sbigottiti per la ricchezza e varietà del pranzo che Babette propone ai meschini paesani. Oggi la locuzione “pranzo di Babette” è diventata di uso abbastanza comune quando si vuole indicare un pranzo ricco e sontuoso; questo è però anche un film sull’amore, sull’amicizia, sull’importanza del convivio come strumento di serenità e di pace.

Si avvicinano le feste e tra Pasqua e Pasquetta tante famiglie saranno impegnate nei preparativi delle portate da condividere con la famiglia o gli amici. Sapete che io, ormai da diversi anni, ho deciso di non mangiare più animali, di nessun tipo. A Pasqua, in particolar modo, la strage di agnellini e capretti è qualcosa che veramente mi turba e non esito a suggerirvi menù meno cruenti!
Sia come sia, di sicuro non potrà mancare al vostro pranzo la fragrante colomba, rigorosamente classica con tante arance candite e una croccante copertura di mandorle e ancora meno potrà mancare l’uovo di cioccolato che sia il piccolo Picasso, il nuovo modello Elica o i già apprezzati Conchiglia, Fiore o Incavo, fatto a mano da noi, con il vostro cioccolato preferito (io adoro il fondente!), con o senza sorpresa, ma assolutamente Su Misura!