mercoledì 24 aprile 2024

LUOGHI DEL CUORE. TREMEZZINA

TREMEZZINA

Il legame fra Lenno, Mezzegra e Tremezzo affonda nei secoli medievali, quando la pieve di Lenno eleggeva un sindaco generale sopra le tre singole comunità. Il primo comune unico fu il risultato del decreto napoleonico del 14 luglio 1807, poi annullato nove anni dopo dagli austriaci.
Il comune di Tremezzina venne istituito nel 1928, in seguito alla fusione dei comuni di Lenno, Mezzegra e Tremezzo. Il 28 aprile 1945 Benito Mussolini e Claretta Petacci furono fucilati nel paese che allora era conosciuto come Mezzegra. Il comune di Tremezzina venne poi soppresso nel 1947 e al suo posto furono ricostituiti i comuni preesistenti.
Nel giugno del 2000 Lenno, Ossuccio, Tremezzo e, successivamente, anche Mezzegra insieme ai comuni di Colonno e Griante hanno costituito l'Unione dei Comuni della Tremezzina.
Il comune di Tremezzina è stato poi nuovamente istituito nel 2014 dalla fusione dei comuni di Lenno, Mezzegra, Ossuccio e Tremezzo. L'iter ha previsto nei quattro enti un referendum consultivo, svoltosi il 1º dicembre 2013, in cui il 63% dei votanti si è espresso favorevolmente al progetto d'istituzione.


Il Lago di Como costituisce una ricchezza infinita di paesi, angoli, scorci, vedute, luoghi incantati e io lo amo molto. In particolare sono stata lo scorso dicembre a Tremezzina per seguire lo splendido concerto natalizio di una giovane e molto talentuosa violoncellista, concerto tenutosi in una meravigliosa cappelletta alla luce tenue del calar del giorno.
Inoltre il territorio di Tremezzina conta innumerevoli ville di rilevanza storica e architettonica. Tra queste, non si può non nominare Villa Carlotta costruzione del XVIII secolo, divenuta proprietà di Gian Battista Sommariva che vi raccolse importanti opere di Antonio Canova e di Luigi Acquisti. A Lenno invece si trova Villa Balbianello, patrimonio FAI e scenario per lussuosissimi ricevimenti nuziali.
Non è però mia intenzione parlarvi oggi di matrimoni e cerimonie, cosa che farò nelle prossime settimane.

Ho scelto Tremezzina come luogo del cuore principalmente perché questi luoghi sono noti alla storia, oltre che per la loro bellezza, in quanto teatro del tentativo di fuga del duce, fuga terminata con la sua morte (28 aprile 1945). E questo mi rimanda immediatamente all’importante giornata del 25 aprile: Festa della Liberazione.
Il 25 aprile è una data fondamentale per noi Italiani, segna la sconfitta del fascismo e il ritorno alla libertà.
Il 25 aprile è il giorno che getta le basi della nostra Carta Costituente che sempre va difesa.

Quest’anno si festeggiano i 79 anni di questa ricorrenza: sono tanti ma non così tanti per dimenticare quanto è successo, anni che non ci devono impedire di continuare a ricordare e ad omaggiare sempre tutti coloro che hanno sacrificato la vita per la nostra libertà. Libertà di ieri, di oggi e mi auguro anche di domani.
Non tralasciate di festeggiare.

Pasticceria Su Misura sarà aperta dalle 8.30 alle 12.00, con me e con Ilaria.



giovedì 18 aprile 2024

LUOGHI DEL CUORE. NAPOLI

NAPOLI

Napoli, città d'arte, si apre a forma di anfiteatro sul mare ed è delimitata dal Vesuvio, dai Monti della costa e dalle isole di Capri, di Ischia e di Procida e dal Capo Miseno.
Posta al centro del Mediterraneo, capoluogo della Regione Campania e "Capitale" del Mezzogiorno d'Italia, è famosa per il suo folclore e le millenarie tradizioni. Il suo centro storico, considerato il più vasto d’Europa è stato dichiarato Patrimonio UNESCO nel 1995 e la città tra le sue vie nasconde antiche chiese, musei e teatri. Dal Lungomare Caracciolo a via San Gregorio Armeno passando per la famosa Piazza del Plebiscito, Napoli è una città che ha davvero molto da offrire e che sa davvero conquistare i suoi visitatori.
Il fatto che sia stata luogo di incontro tra vari popoli l'ha segnata profondamente, fin dall’antichità più lontana, facendo di Napoli una culla della cultura. Basta camminare per le sue strade, piene di tesori artistici e architettonici, per rendersene conto. È una città con una magia unica e inconfondibile.


Napoli è una città che, purtroppo, ho visitato una volta sola nella vita e oltretutto per motivi lavorativi. Erano i primi anni novanta e il mio ruolo all’interno di una filiale di banca estera (francese, ca va sans dire!) mi portava a partecipare a congressi annuali degli operatori del settore, congressi che si tenevano sempre in località meravigliose.
Della mia gita a Napoli ricordo in particolare l’enorme e abbacinante Piazza Plebiscito e la pizza più buona del mondo.
Il mio affetto per la città di Napoli è però anche strettamente legata a una mia piccola passione che non temo svelarvi: sono una grande fan di “Un posto al sole”, la più longeva e celebrata fiction televisiva, ambientata in uno stupendo palazzo di Posillipo. Ognuno ha le sue piccole oasi di pace e questa per me lo è: venti minuti di sollievo dalle fatiche e dai pensieri quotidiani, una breve immersione nella vita quotidiana dei personaggi che animano le storie del palazzo.

Parlando e tornando a parlare di quello che è il centro focale dei miei pensieri settimanali, avrete sicuramente intuito dove voglio andare a parare: il dolce simbolo di Napoli è certamente la Pastiera!
Nel nostro laboratorio prepariamo questo dolce ricco e profumato già da diversi anni, con una ricetta napoletana doc e l’aroma millefiori che faccio arrivare appositamente dalla città partenopea.
La Pastiera è un dolce tipicamente pasquale ma è talmente buona che da Pasticceria Su Misura la trovate tutto l’anno anche nella dimensione mono porzione.
Solo a pensarla mi viene l’acquolina in bocca!



giovedì 11 aprile 2024

LUOGHI DEL CUORE. BASILICA DI GALLIANO

BASILICA DI GALLIANO

Il complesso monumentale di Galliano sorge nell’omonima località della città di Cantù, in una zona di colline moreniche. Proprio per la sua posizione strategica, la collina di Galliano fu abitata fin dall’epoca pre-romana da popolazioni di origine gallo-celtica e alcune lapidi dedicate alle Matrone di epoca celtica testimoniano come Galliano si caratterizzò fin dalle origini come luogo di culto. Con l'evangelizzazione della Lombardia avviata dal vescovo Ambrogio nel IV secolo, il cristianesimo giunse anche a Galliano.
La comunità cristiana si organizzò ed edificò una prima chiesa ad aula unica. Il diffondersi capillare del cristianesimo fece aumentare l’importanza religiosa del nucleo di Galliano che divenne capo-pieve. Tra il VII e l’VIII secolo la chiesa venne quindi ampliata per rispondere alle esigenze di una comunità più numerosa. L’apertura del secondo millennio rappresentò per Galliano un momento straordinario. Ariberto da Intimiano, futuro vescovo di Milano, venne nominato custode della basilica e si fece promotore dell’opera di rinnovamento e decorazione dell’edificio. A opera completata, il 2 luglio 1007, Ariberto consacrò la basilica e la dedicò a S. Vincenzo. Con il XII secolo il borgo di Cantù conobbe un periodo di forte sviluppo a discapito del nucleo di Galliano più periferico, che venne progressivamente abbandonato. Iniziò così la fase del degrado che vide la basilica trasformata in magazzino, e, successivamente, in casa colonica fino all’acquisto da parte di privati e alla sconsacrazione del 1801. Un elemento particolare che però riuscì a preservare, almeno in parte, la basilica di Galliano come luogo di culto lungo i secoli più bui, fu la devozione popolare per l’immagine della Madonna del Latte affrescata nella cripta.
Per tutto il XIX secolo la basilica passò dalle mani di numerose famiglie nobili fino a diventare proprietà di Giuseppe Foppa Pedretti nel 1907. Agli inizi del ‘900 però, grazie ad un maggiore interesse per il patrimonio storico e artistico anche presso gli apparati statali, la basilica di Galliano venne inserita nell’elenco ufficiale dei monumenti nazionali e questo riconoscimento impediva qualsiasi manomissione della struttura. Probabilmente fu anche questo vincolo che nel maggio del 1909 convinse il proprietario a vendere l’edificio al comune di Cantù per la somma di 15.000 lire. Iniziò così il recupero della basilica ormai irriconoscibile e venne avviata una lunga fase di restauri e nel 1934 l’edificio fu riconsacrato dal cardinale Schuster tornando ad essere luogo di culto.

Orari di apertura:
Venerdì: 15.00-18.00
Sabato: 9.00-12.00 e 15.00-18.00
Domenica: 15.00-18.00
In caso di visita da parte di gruppi o comitive è necessario effettuare la propria prenotazione all'indirizzo email: cultura@comune.cantu.co.it.


Oggi vi porto a visitare un luogo davvero straordinario e vi invito a visitarlo anche di persona, a tal fine vi lascio gli orari d’ingresso.
La Basilica di Galliano fa parte della mia infanzia e adolescenza quando con la mia famiglia abitavo in quel di Cantù, cittadina all’epoca famosa per i suoi mobilieri e i loro manufatti di elevatissimo pregio.
I miei genitori, entrambi milanesi, si sposarono nel 1960 e andarono a vivere a Cantù dove il mio babbo aveva installato una piccola impresa artigiana per la lavorazione dell’ottone.
Cantù, allora come oggi, non ha particolari bellezze: una piccola città in cima a una collina, circondata da tanto verde e con parecchie salite e discese, dettaglio non irrilevante per chi come me, piccola scout, usava la bicicletta per i propri spostamenti. La Basilica di Galliano è però indubbiamente un vero gioiello di grande attrattiva; è un luogo dove chiunque, credente o meno, rimane colpito dalla stupefacente semplicità della costruzione, dal quella sorta di vuoto e di essenziale che fa vibrare il cuore, dalla bellezza di quegli affreschi ormai solo accennati. Accedere a questo luogo ti mette in contatto diretto con la bellezza, quella pura, non ostentata, non appariscente e profondamente toccante.
Inoltre la Basilica era per me anche luogo di giochi: infatti è circondata da un’ampia area verde dove, con il mio gruppo scout, andavo a giocare il sabato pomeriggio se le nostre attività non ci portavano altrove lontano dalla nostra sede allora situata proprio di fronte alla Basilica.

Poi la vita mi ha fatto percorrere molte strade, lontane dai i miei luoghi d’infanzia. L’Università prima e il lavoro poi mi hanno portato a Milano mentre la vita sentimentale mi ha spinto a vivere in altre località distanti da quella cittadina dove sono cresciuta e dove ancora oggi vive la famiglia di origine.
Il caso però ha voluto che proprio a Cantù ricominciassi la mia vita lavorativa. Fu infatti una pasticceria di Cantù, a corto di personale, che accettò la mia candidatura a futura pasticcera: nulla sapevo fare ma avevo molta volontà.
È stato grazie a quell’esperienza che ho realizzato il mio sogno: Pasticceria Su Misura. Da allora di strada ne ho percorsa parecchia; oggi sono molto fiera della mia attività, felice di avere una socia super e due giovani pasticcere che mi fanno sperare che il mio sogno non svanirà dopo di me. E mai avrei pensato di dover, in qualche modo, ringraziare la città del mobile.