giovedì 7 dicembre 2023

IL GATTO CON GLI STIVALI

IL GATTO CON GLI STIVALI
Charles Perrault -1697

C'era una volta un vecchio mugnaio che morendo lasciò in eredità ai figli più grandi il mulino e l’asino e al figlio più piccolo un gatto. Quest'ultimo era triste non sapendo che farsene del gatto: essendo molto povero aveva persino pensato di mangiarselo. Il gatto era però un gatto speciale, dotato di parola! Così il micio disse al ragazzo: “Fidati di me, portami un cappello, un paio di stivali, un sacco e farò di te un uomo ricco”.
Il giovane, che tanto non aveva nulla da perdere, si procurò il necessario. Il gatto indossati stivali e cappello, andò nel bosco, catturò della selvaggina e la portò al re, dicendo che era un dono del suo padrone, il “Marchese di Carabas”. Il gatto continuò a portare doni al re finché un giorno udì di una passeggiata del re con la figlia. Corse allora dal suo padrone e gli disse di spogliarsi e buttarsi nel lago. Quando la carrozza del re passò di lì, il gatto iniziò a gridare dicendo che il Marchese di Carabas era stato derubato e aveva bisogno d'aiuto. Il re ricordandosi di tutti i doni ricevuti, fece fermare la carrozza per aiutare il Marchese. Nel frattempo il gatto con gli stivali corse nel palazzo di un famoso orco, che si diceva fosse in grado di trasformarsi in qualsiasi animale. Traendolo in inganno il gatto lo convinse a trasformarsi in topo e lo divorò, impossessandosi così di tutte le sue ricchezze, ricchezze che donò al giovane che si sposò con la figlia del re della quale era ormai perdutamente innamorato.


Adalisa si rigirava tra le mani quel libro di fiabe, riemerso chissà come da un angolo nascosto di una delle tante librerie di casa. Sorridendo andò subito alla sua preferita: “Il gatto con gli stivali”. Quel micio strafottente e furbacchione le era sempre piaciuto molto. Guardò Giacomo, al solito immerso nella lettura in compagnia di un paio dei mici di casa. Forse, pensò Adalisa, era stato proprio per via di quella favola che da adulta aveva sempre avuto la compagnia degli adorati felini e che guarda caso aveva accanto un uomo che amava quelle bestiole tanto quanto lei.

“Ormai siamo prossimi al Natale”, pensava Adalisa con il libro di fiabe in grembo. Un periodo dell’anno che era stato fonte di tanta gioia in passato ma che con l’accumularsi degli anni aveva perso una parte della sua magia.

Tuttavia Adalisa sapeva come ricreare, per lei e per il suo amato Giacomo, un po’ di quella favola e di quel sapore antico, di cose immutate e di gioia.
Le bastava fare un passo dalla sua piccola Pasticceria Su Misura, un luogo dove la magia si trovava tutto l’anno e a Natale ancora di più. Un negozietto piccolo e curato, un mondo dove il sorriso regnava sovrano. A dicembre poi era tutto un tripudio di meraviglie di cioccolato: alberi, palline, tavolette tutto a tema natalizio. Per non parlare dei biscotti di natale, biscotti di frolla glassati con cioccolato, e ovviamente del panettone rigorosamente classico e rigorosamente delizioso. Entrare da Pasticceria Su Misura era come immergersi in una favola e Adalisa, nonostante i tanti anni, riprovava quell’incanto tipico della sua infanzia.
Anche quest’anno Giacomo avrebbe avuto il suo panettone, le praline e il suo albero di cioccolato.

C’era una volta Pasticceria Su Misura… e per fortuna c’è ancora, pensò Adalisa soddisfatta e sorniona, proprio come un gatto.



giovedì 23 novembre 2023

STAI ZITTA

Michela Murgia – 2021

Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la più sovversiva. Se si è donna, in Italia si muore anche di linguaggio. È una morte civile, ma non per questo fa meno male. È con le parole che ci fanno sparire dai luoghi pubblici, dalle professioni, dai dibattiti e dalle notizie, ma di parole ingiuste si muore anche nella vita quotidiana, dove il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la nostra possibilità di essere pienamente noi stesse. Succede quando fate un bel lavoro, ma vi chiedono prima se siete mamma. Quando siete le uniche di cui non si pronuncia mai il cognome, se non con un articolo determinativo davanti. Quando si mettono a spiegarvi qualcosa che sapete già perfettamente, quando vi dicono di calmarvi, di farvi una risata, di smetterla di spaventare gli uomini con le vostre opinioni, di sorridere piuttosto, e soprattutto di star zitta.


Il 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
Michela Murgia scrittrice, drammaturga, opinionista, critica letteraria, attivista, ha fatto molto per il mondo femminile e i libri che ci ha lasciato posso fare ancora tanto.

Qualche giorno fa sono andata al cinema con il mio bene amato a vedere “C’è ancora domani”, film del quale Paola Cortellesi è regista e protagonista.
Storia ambientata nel 1946 ma che si spalma pericolosamente bene sui giorni odierni.
Solo pochi giorni fa l’ennesimo femminicidio, una ragazza di 22. Il giorno successivo una signora decisamente più anziana. Ragazze, donne che hanno avuto la vita spezzata, spezzata da uomini. Uomini che dicevano di amarle.

Mi chiedo e vi chiedo: ma che mondo è il nostro che ha ancora bisogno dei 25 novembre?

Sono molto orgogliosa della nostra attività: Pasticceria Su Misura è una piccola impresa artigiana tutta al femminile. Da noi si ride, si scherza, ci si scambiano parole anche di conforto e di supporto quando necessario. È un piccolo mondo allegro. Quando dal laboratorio sento la risata squillante di Ilaria, il chiacchiericcio leggero, i saluti, anche i complimenti mi sento davvero felice. E mi sento molto, molto fortunata.



venerdì 17 novembre 2023

CI VEDIAMO PER UN CAFFE’

Toshikazu Kawaguchi -2023

Tra le montagne del Giappone si nasconde un luogo leggendario. Sono tanti coloro che lo cercano, perché si racconta che chi è abbastanza determinato possa riuscire a trovarvi le risposte di cui ha bisogno. Per raggiungerlo basta seguire l'aroma intenso del caffè, varcare la soglia, sedersi e ordinare una tazza fumante. Ma solo chi non lascerà raffreddare la bevanda potrà rivivere l'istante del suo passato in cui ha preso una scelta alla quale continua a ripensare, in cui è rimasto in silenzio quando avrebbe voluto dire la verità, in cui ha dato la risposta sbagliata.


Lo confesso: non amo la letteratura giapponese, i pochi autori che ho letto non mi hanno entusiasmato, anzi mi hanno lasciato un filo interdetta. La ricerca del libro della settimana mi ha però fatto incontrare questo titolo che mi è parso assolutamente perfetto per Pasticceria Su Misura: quanti di voi si danno proprio appuntamento “per un caffè” da noi, per un saluto, per un incontro di lavoro, per un incontro d’amore.

Peraltro il tema affrontato nel libro mi ha molto intrigato (sto quasi pensando di cercarlo e di leggerlo in effetti): la possibilità di correggere gli errori commessi, cambiare il corso della propria vita, aggiustare scelte sbagliate. I diversi personaggi che animano questo romanzo hanno ognuno la loro storia ma tutti hanno lo stesso sguardo rivolto all'indietro, verso il momento in cui avrebbero potuto agire diversamente. Solo chi ha il coraggio di rievocare quell'istante avrà la possibilità di vederlo sotto un'altra luce e vivere con serenità il presente.

Ripenso a me stessa, alla vita vissuta finora, agli errori commessi, ai cambiamenti che in parte ho dovuto subire ma che in parte ho cercato di utilizzare a mio favore.
Pasticceria Su Misura è nata da un cambio di vita non previsto e non voluto, ma da tale cambio ho creato la mia vita nuova, non senza commettere errori ma ogni volta trovando il modo, e le persone, per porvi rimedio e continuare sulla mia strada.

A volte mi chiedo se effettivamente non avessi potuto trovare una strada più comoda, un lavoro meno faticoso, un ruolo meno impegnativo di quello del piccolo imprenditore artigiano. Mi guardo indietro e se per alcuni aspetti della mia vita effettivamente so che avrei potuto, anzi, dovuto fare scelte diverse (ma sono errori a cui ho posto rimedio) per Pasticceria Su Misura, nonostante qualche intoppo iniziale, so di aver fatto la scelta giusta per la mia vita, una scelta di vita che, oltre alla fatica, mi dona ogni giorno tanta gratificazione e un mondo variegato e affettuoso.

Ci vediamo per un caffè, un tè, una brioche, un dolcetto, una pralina, un marron glacé e… eh no! Su Natale ancora non dico nulla perché l’attesa accresce il desiderio.



giovedì 9 novembre 2023

MURI. UN’ALTRA STORIA FATTA DAGLI UOMINI

Claude Quétel - 2019

Nella storia del mondo le barriere politiche esistono fin dai tempi più antichi, ed è abbastanza eloquente che non siano mai state tanto numerose come ai giorni nostri. Muri imperiali come la Grande Muraglia o il Vallo di Adriano, muri di separazione come quello tra Israele e i Territori e la Striscia di Gaza, muri dei ghetti e di segregazione, muri «di contenimento» come quello che corre lungo il confine del Texas e del Messico, muri di difesa come la Linea Maginot, muri commemorativi, e tantissimi altri. Una lunghissima serie di muri, per controllare, limitare, escludere, proibire, corre e s’interseca senza quasi soluzione di continuità lungo tutta la storia umana, e il libro di Claude Quétel ne ripercorre le origini e talvolta la fine – come dimenticare la notte berlinese del 9 novembre 1989 e le picconate di gioia che iniziarono a scalfire il Muro? –, ne ricostruisce minuziosamente le vicende, ne rileva puntualmente le ferite dolorose e i danni talvolta insanabili, restituendoci con il suo sguardo una originale storia dell’umanità, consapevole che in attesa di un radioso avvenire senza barriere i muri hanno ancora, purtroppo, un brillante futuro.


È proprio la caduta del muro di Berlino, di cui ricorre oggi il 34^ anniversario, che mi ha spinto a scegliere questo libro per i miei brevi pensieri settimanali.
Purtroppo negli ultimi anni abbiamo visto un continuo aumentare di muri, muri che dividono, muri che cercano di dividere i primi dagli ultimi, i ricchi dai poveri, i buoni dai “cattivi”.
Mi chiedo se mai l’umanità troverà una soluzione che la porti a vivere in pace, in armonia, senza lotte ne prevaricazioni. Senza muri.

Per mia natura sono piuttosto pessimista e pertanto fatico a guardare il prossimo futuro con serenità d’animo.
Spesso però mi chiedo: io personalmente quale contributo posso dare affinché quel futuro possa realizzarsi?
Non lo so, spesso mi sento impotente e anche un po’ in colpa per la mia mancanza di contributo ad un mondo migliore.
Sono consapevole del fatto che sto correndo il rischio di autocelebrarmi e di risultare anche un po’ antipatica o saccente o forse un po’ troppo piena di me stessa. Pazienza, penso ne possa valere la pena.

Nel mio piccolo, nel mio tran-tran quotidiano, nelle mie sveglie antelucane, anche nella mia incommensurabile fatica che a fine giornata mi fa crollare guardo me stessa, guardo l’attività a cui ho dato vita quasi quindici anni fa e che grazie allo straordinario apporto di Ilaria prosegue; penso alle nostre fanciulle che da noi hanno trovato un lavoro stabile, un lavoro che permette loro di programmare un futuro, un posto di lavoro “vero” insomma ed anche, questo è quello che spero e mi auguro di interpretare anche i loro sentimenti, un ambiente sereno e famigliare.

Poi penso alle tante persone che ci frequentano e per le quali Pasticceria Su Misura è diventata luogo d’incontro, di scambio, di amicizia.
Certo, non abbatto i troppi muri che si stanno innalzando, non faccio smettere le troppe guerre che si stanno combattendo, non riesco a rendere il mondo migliore. Sono però felice di quello faccio e soprattutto di come lo faccio. E se ho tanti pensieri, come naturale che una piccola attività come la nostra produca, penso anche che sto facendo del mio meglio per fare di quel piccolo mondo che ogni giorno si anima attorno a me qualcosa di bello, dolce, confortevole.



giovedì 2 novembre 2023

VITE CHE NON SONO LA MIA

Emmanuel Carrère - 2009

«Da sei mesi a questa parte, ogni giorno, di mia spontanea volontà, passo alcune ore davanti al computer a scrivere di ciò che mi fa più paura al mondo: la morte di un figlio per i suoi genitori, quella di una giovane donna per i suoi figli e suo marito. La vita mi ha reso testimone di queste due sciagure, l’una dopo l’altra, e mi ha assegnato il compito, o almeno io ho capito così, di raccontarle». Il caso ha voluto infatti che Emmanuel Carrère fosse in vacanza nello Sri Lanka quando lo tsunami ha devastato le coste del Pacifico, e che si trovasse a sostenere una coppia di connazionali nelle strazianti incombenze burocratiche per rimpatriare il corpo della figlia di quattro anni; e che, solo pochi mesi dopo, gli accadesse di seguire un’altra vicenda dolorosa, quella che avrebbe portato alla morte per cancro la sorella della sua compagna, che era stata «un grande giudice», strenuamente impegnato al fianco delle vittime del sovraindebitamento. In “Vite che non sono la mia”, con una delicatezza avvolgente, Emmanuel Carrère fa proprio il dolore degli altri e se lo cuce addosso, ricordandoci che la cura di ogni ferita risiede nel riconoscimento e nella condivisione empatica.


Poco tempo fa il mio amato bene mi regalò il libro “Yoga” di Emmanuel Carrère. Al termine della lettura mi sentivo perdutamente innamorata di questo scrittore scoprendo, per altro, di aver in casa da una decina di anni senza aver mai trovato la voglia e il tempo di leggerlo uno dei suoi più famosi romanzi, “Limonov”. Mi sono così buttata a capofitto nella lettura dei libri di questo straordinario scrittore (non solo scrittore).

Il libro che vi propongo oggi mi colpì moltissimo, sin dalle prime pagine la lettura provocò in me un fortissimo coinvolgimento emotivo. Mi accorsi, leggendo, di avere le lacrime agli occhi.
La morte è parte della vita e nella giornata di oggi ricordiamo tutte le persone che non ci sono più accanto.
Quando gli anni passano, le assenze si fanno numerose e sono difficili da sostenere pur nella loro “naturalezza”. Tanto più difficili quando le assenze sono provocate da eventi improvvisi e tragici o da malattie.
Non voglio intristirvi ma condividere con voi i miei stati d’animo; sì, questo è quello che voglio fare.

Ormai da diversi anni Pasticceria Su Misura non si cimenta più con proposte legate all’evento “halloween”. Non per spocchia, personalmente questa occasione non mi ha mai entusiasmato. Vero che nel passato, specie nei primi anni dell’avventura “Pasticceria Su Misura” i miei dolci avevano aderito alle richieste del mercato, ma oggi come oggi, con quanto tutti abbiamo vissuto nel recente passato, con tutto quanto vediamo compiersi ogni giorno nel mondo, quello della morte è un tema su cui non amiamo scherzare.

Quest’ultimo anno è stato per me caratterizzato da tante perdite, umane e feline, e preferisco soppesare il mio dolore, la mia nostalgia, le mie assenze evitando “carnevalate”.

Preferisco di molto produrre praline, tavolette di cioccolato, dolci belli e buoni e a brevissimo iniziare con la produzione natalizia. Il mese di novembre appena iniziato sarà denso e intenso e ci avvicina al momento più importante per la nostra attività. Ci metteremo come sempre tutto il nostro impegno e il nostro cuore, il mio cuore che racchiude tutte quelle anime che tanto ho amato.



giovedì 26 ottobre 2023

IL BARONE RAMPANTE

Italo Calvino - 1957

Il barone rampante è un romanzo di Italo Calvino scritto nel 1957, secondo capitolo della trilogia araldica I nostri antenati, formata inoltre da Il visconte dimezzato (1952) e Il cavaliere inesistente (1959).
La storia è ambientata nel Settecento ed è narrata da Biagio, fratello minore del protagonista, Cosimo Piovasco di Rondò. Il giovane, rampollo di una famiglia nobile ligure di Ombrosa, all’età di dodici anni, in seguito a un litigio con i genitori per un piatto di lumache, si arrampica su un albero del giardino di casa dichiarando di non volerne più discendere per il resto della vita. Cosimo dimostra ben presto che il suo non è solo un capriccio, spostandosi solo attraverso boschi e foreste e costruendosi a poco a poco una dimensione quotidiana anche sugli alberi.
Il 15 ottobre 2023 è stato celebrato il centenario dalla nascita di Italo Calvino.


Adalisa si avvicinò piano a Giacomo, seduto in poltrona. Tra le mani aveva un libro e accoccolato sulle ginocchia uno dei mici di casa. Giacomo aveva la strana abitudine, incomprensibile per Adalisa, di iniziare più libri contemporaneamente leggendo un po’ qua e un po’ là in una sorta di “zapping” letterario. Una cosa inconcepibile per lei.

“Cosa stai leggendo d’interessante ora?”.
Nessuna risposta. Adalisa si chinò per cercare di vedere la copertina: Il barone rampante, di Italo Calvino.
Aveva letto quel libro da ragazza: la straordinaria avventura di Cosimo che salito un giorno sugli alberi dichiarò “io non scenderò mai più” tenendo fede alla promessa per tutta la vita.
Sarebbe stato bello potersi estraniare dal mondo, guardandolo da lontano.

Adalisa pungolò nuovamente Giacomo che pareva così assorto nella lettura da non accorgersi della sua presenza a poca distanza.
Adalisa sapeva però come attirare l’attenzione del suo amato: era molto goloso, amava i dolci buoni ma non si accontentava facilmente, non era certamente il tipo che si faceva andare bene tutto, anzi!
Con aria distratta Adalisa porse a Giacomo un piattino su cui erano posate delle piccole praline, belle da vedere e sicuramente buone. Giacomo alzò immediatamente gli occhi dal libro in cui pareva perso e domandò a bruciapelo: “Pasticceria Su Misura naturalmente?”.
Adalisa scoppiò in una risata cristallina: nonostante gli anni quando rideva sembrava ancora una ragazzina e quello che forse amava di più in Giacomo era proprio la sua capacità di farla ridere.
“Ovviamente Pasticceria Su Misura! Sono stata dalle ragazze questa mattina. Hanno appena iniziato la nuova produzione di praline, ora che finalmente non fa più caldo e meno male, siamo a fine ottobre. Guarda ci sono i tuoi preferiti: chianti speziato e croccantino fondente. Le ragazze si stanno dando un gran da fare e un po’ alla volta l’assortimento sarà completo. So bene la fatica che si fa, queste praline sono fatte ad una ad una”.

Giacomo guardò Adalisa con occhi pieni di riconoscenza, prese le due praline, e si rituffò nella lettura del suo libro. Aveva l’aria decisamente soddisfatta.




giovedì 19 ottobre 2023

GLI ANNI

Annie Ernaux - 2015

Come accade che il tempo che abbiamo vissuto diviene la nostra vita? È questo il nodo affrontato da Gli anni, affresco autobiografico e al contempo cronaca collettiva del nostro mondo dal dopoguerra a oggi, nodo sciolto in un canto indissolubile attraverso la magistrale fusione della voce individuale con il coro della Storia. Annie Ernaux convoca la Liberazione, l’Algeria, la maternità, de Gaulle, il ’68, l’emancipazione femminile, Mitterrand; e ancora l’avanzata della merce, le tentazioni del conformismo, l’avvento di Internet, l’undici settembre, la riscoperta del desiderio.
Scandita dalla descrizione di fotografie e pranzi dei giorni di festa, questa «autobiografia impersonale» immerge anche la nostra esistenza nel flusso di un’inedita pratica della memoria che, spronata da una lingua tersa e affilatissima, riesce nel prodigio di «salvare» la storia di generazioni coniugando vita e morte nella luce abbagliante della bellezza del mondo.
Annie Ernaux è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura nel 2022.


Ho da poco terminato di leggere il libro che vi propongo oggi. Cari amici me ne hanno fatto dono per il mio ultimo compleanno insieme ad un altro titolo della stessa scrittrice, “L’evento”.
Annie Ernaux propone una scrittura limpida, cristallina, soave come un soffio di vento, toccante e profonda.
Io, che di anni ne ho accumulati ormai parecchi, mi sono in parte ritrovata nella narrazione di questa “autobiografia impersonale”.

Gli anni corrono in fretta, sembra ieri che Pasticceria Su Misura festeggiava il traguardo dei 10 anni di apertura a Lecco, Natale è alle porte (ebbene sì), il rientro di Giulia fortunatamente si avvicina, la nostra piccola Alice ha già compiuto sei mesi, Madi lavora con noi da un anno abbondante (e intenso).
Un flusso continuo di vita, mattina dopo mattina, colazioni e brioche, pause caffè e pause pranzo, matrimoni, ricorrenze e compleanni. Un turbine che a volte mi galvanizza ma a volte, un po’ più spesso con il trascorrere degli anni, mi affatica.

Guardo alla nostra piccola Pasticceria Su Misura con tanta soddisfazione, tanti anni dalla prima apertura fuori Lecco (2009), tante difficoltà superate, tante dimostrazioni d’affetto sincero.
Un lavoro nel quale Ilaria, io e le nostre fanciulle mettiamo davvero il cuore: soddisfare i desideri a volte è davvero impossibile, rispondere sempre con educazione non è sempre immediato, affrontare con calma i commenti sgradevoli di chi magari ha solo dovuto aspettare il proprio turno richiede autocontrollo. E se a volte sembriamo “scortesi” pensate che probabilmente siamo solo tanto indaffarate, magari un po’ stanche per le tante ore in piedi e per colpa di sveglie antelucane. 

Vi chiedo scusa, mi rendo conto che sto diventando un filo lamentosa, ma confesso che sto facendo un pochino fatica a reggere la mancanza di rispetto per il nostro lavoro e per il nostro impegno che qualche volta subiamo; forse sono gli anni, i miei che iniziano ad essere tanti che mi fanno faticare di più.

Non tutta l’umanità con cui ogni giorno veniamo a contatto è faticosa, anzi, e a questo proposito mi piace qui nominare Sara e Roberta [Schiene Peloseche ci hanno regalato pochi giorni fa la gioia di partecipare con la nostra bavarese al prosecco e inserto di agrumi alla loro festa di matrimonio. Il giorno dopo la cerimonia sono subito venute da noi per una mega colazione, ringraziamenti e complimenti a non finire. La loro felicità è la nostra ricompensa, quella che, parlo per me sola in questo caso data la giovane età delle fanciulle che mi affiancano, mi permette di sopportare “l’ingiuria degli anni” (F. Guccini, Il vecchio e il bambino).


Sara & Roberta @PSM