Mario Calabresi - 2019
“Sono anni che mi interrogo sul giorno dopo, tutti sappiamo di cosa si tratta, di quel risveglio che per un istante è normale ma subito dopo viene aggredito dal dolore. La prima volta di solito è per la fine di una storia d’amore, ai tempi della scuola, poi la vita ne ha in serbo tanti altri, per alcuni troppi. La morte di un genitore, di un amico, di un compagno, di un figlio, la perdita del lavoro, un tragico errore, una bocciatura, una clamorosa sconfitta, anche la fine del lavoro e il primo giorno della pensione”.
Esiste per tutti una mattina dopo, quella in cui si cerca di mettere insieme i pezzi cercando di non naufragare.
Mario Calabresi affianca alla sua esperienza, raccontata con un piglio insieme forte e intimo, le vicende di "chi cade all’improvviso, di chi si trova a terra, di chi perde qualcosa per sempre". Perché nelle storie di difficoltà c'è sempre più umanità e profondità che in quelle di baldanzosa vittoria; dalle cadute, almeno una volta, tutti siamo passati e ognuno può ricordare come si è sentito.
Le sensazioni descritte abilmente da Calabresi in questo suo personalissimo libro sono sensazioni che anche io ho provato in diverse occasioni, non forse così difficili ma importanti e ve le vorrei raccontare.
La prima volta è stato quando ho discusso la mia tesi di laurea; una giornata esaltante, il compimento di un percorso di studi molto impegnativo e di grande soddisfazione. La mattina dopo, durante il viaggio che mi portava a Moneglia per qualche giorno di meritato relax, il mio cervello era ripetutamente centrato sulla medesima domanda: “e ora?”. Sapevo bene di avere le carte in regola per trovare un buon lavoro ma nulla era scontato, e se non trovavo il lavoro? Cosa avrei fatto? Per mia fortuna all’epoca della mia laurea non era difficile trovare lavoro e così fu.
Anni dopo ho rivissuto lo stesso turbine di sentimenti quando, a seguito dei grandi stravolgimenti del settore in cui operavo, mi trovai senza lavoro: “e ora??”. Mi sentivo spaesata e spaventata, non sapevo cosa fare e in che direzione muovermi. Poi, spinta e supportata da colui che ancora oggi mi supporta, mi rimboccai le maniche e con grande caparbietà ritrovai la mia nuova strada che portò alla nascita di Pasticceria Su Misura, 22 febbraio 2009.
L’incontro con Ilaria mi fece capire che avevo fatto degli errori di valutazione e che da sola non sarei andata lontana. L’idea di mettermi in società con lei e trasferire l’attività a Lecco fu una decisione importante e fondamentale per la nostra attività che ha ormai festeggiato, lo scorso mese di dicembre, i dieci anni.
Ricordo però il giorno dopo la festa d’inaugurazione, alla quale aveva partecipato tutta Lecco o quasi, ancora quella sensazione, quella paura: e ora? Ne abbiamo passate tante in questi dieci anni e non posso nascondere la soddisfazione che ricavo dalla nostra piccola attività, nonostante i grossi sacrifici, la stanchezza, le ansie.
L’ultima prova che sto affrontando è molto recente: l’assenza di Giulia, in dolce attesa.
L’ultima domenica che Giulia ed io abbiamo lavorato insieme prima che lei entrasse nel suo periodo di maternità il mio pensiero è stato di nuovo: “e ora?”. Ero preparata all’idea di questo evento e sono orgogliosa di avere una squadra tutta femminile, ho Ilaria al mio fianco e Madalina è entrata a far parte della nostra attività a pieno titolo.
Nonostante ciò ero abbastanza spaventata, dovevo riprendere in mano produzioni e aspetti del laboratorio che avevo delegato a Giulia, dovendo dividermi con il lavoro in caffetteria. La prima settimana mi sono sentita senza bussola, senza riferimenti e con quella insistente sensazione di “e ora?”.
E ora ce la stiamo facendo, anche se con due mani in meno le altre sei mani devono necessariamente darsi più da fare! È faticoso e in vista della Pasqua le mie giornate iniziano molto presto e spesso finiscono molto tardi. Ma so che è un periodo, che con coraggio e impegno otterremo ottimi risultati e che Giulia ritornerà da noi, la nostra bella famiglia che conterà una piccola donna in più.