Aldo Cazzullo - 2015
La Resistenza a lungo è stata considerata solo una "cosa di sinistra": fazzoletto rosso e Bella ciao. Poi, negli ultimi anni, i partigiani sono stati presentati come carnefici sanguinari, che si accanirono su vittime innocenti, i "ragazzi di Salò". Entrambe queste versioni sono parziali e false. La Resistenza non è il patrimonio di una fazione; è un patrimonio della nazione. Aldo Cazzullo lo dimostra raccontando la Resistenza che non si trova nei libri. Storie di case che si aprono nella notte, di feriti curati nei pagliai, di ricercati nascosti in cantina, di madri che fanno scudo con il proprio corpo ai figli. La Resistenza fu fatta dai partigiani comunisti come Cino Moscatelli, ma anche da quelli cattolici come Paola Del Din, monarchici come Edgardo Sogno, autonomi come Beppe Fenoglio. E fu fatta dalle donne, dai fucilati di Cefalonia, dai bersaglieri che morirono combattendo al fianco degli Alleati. La Resistenza ha avuto le sue pagine nere, che vanno raccontate, come fa anche questo libro così come racconta le atrocità spesso dimenticate dei nazisti e dei fascisti. Mentre i testimoni se ne stanno andando, è giusto salvarne la memoria e raccontare ai giovani cos'è stata davvero la Resistenza, e di quale forza morale sono stati capaci i nostri padri.
Torno a voi con i miei brevi pensieri settimanali a pochi giorni dal 25 aprile, Festa della Liberazione di cui quest’anno ricorre il 78^ anniversario. Tra i tanti che potevo proporvi ho scelto “Possa il mio sangue servire” perché stimo molto il suo autore, scrittore e giornalista di grande valore.
La Festa della Liberazione è una giornata importante, rappresenta la nascita della nostra democrazia. La democrazia non è un fatto scontato, uno status quo inamovibile, un dato di fatto. La democrazia va salvaguardata ogni giorno, non dimenticando mai che molti furono coloro che lottarono e morirono per questo bene prezioso. È una data che si sta allontanando, ormai di coloro che lottarono per la libertà non rimane pressoché nessuno. Per questo credo fermamente sia importante farne memoria. Mia nonna sacrificò la sua vita per difendere la libertà, il diritto di sciopero contro un regime terrificante. La storia mi ha impedito di conoscerla di persona ma io le sono grata.
Il 25 aprile quest’anno cade di martedì, per molti sarà solo l’occasione di un bel ponte vacanziero e ben venga; mi auguro che tanti saranno i turisti per le vie della nostra cittadina e noi saremo pronte ad accoglierli.
Ma sentivo necessario ricordare, per prima a me stessa, l’importanza di questa giornata.
2 commenti:
Brava Ale!
È sempre stimolante leggere le tue riflessioni; spero che non le condividano i soliti che la pensano come te/noi, ma che anche chi non sa o la pensa come da cliché possa essere spinto a pensare fuori dalle righe della cultura preconfezionata
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