Regia di Ferzan Özpetek -2001
Interpreti principali: Margherita Buy, Stefano Accorsi, Serra Ylmaz.
Antonia, un medico specializzato nella cura dell'AIDS, e suo marito Massimo sono una coppia di quarantenni, socialmente affermati, che sembrano vivere un legame intenso e perfetto seppur abbastanza routinario, disturbato solo dal difficile rapporto che la donna vive con la propria madre. La tranquilla quotidianità di Antonia viene irreparabilmente sconvolta quando Massimo muore improvvisamente, travolto da un'auto. Tra gli oggetti personali che, in una pausa della depressione, ritira presso l'ufficio dove Massimo lavorava, Antonia scopre un quadro, dal titolo “La fata ignorante”, con dedica, che la pone sulle tracce di un'amante misteriosa, della quale naturalmente la giovane donna ignorava l'esistenza. Margherita scopre che l’amante misteriosa era un uomo di nome Michele e grazie a lui Antonia entra in contatto con la variopinta comunità cui Michele appartiene: amici omosessuali, una donna transessuale, una profuga turca, il cantante turco Emir e una verace donna napoletana; una specie di famiglia allargata che abita nella mansarda di un edificio popolare situato in uno dei quartieri più caratteristici di Roma, l'Ostiense. La vita sulla terrazza, gli amori, i legami, le amicizie cambieranno totalmente la vita di Antonia.
I film di Özpetek sono belli, colorati, intrisi di sentimenti, coinvolgenti, appassionati, fanno ridere e fanno piangere allo stesso tempo. Li ho visti tutti e, anche se in modo diverso, li ho amanti tutti.
“Le fate ignoranti” resta comunque il mio preferito. Una piccola comunità, apparentemente senza regole, dove tutti si vogliono bene, dove regna l’amicizia pur con tutte le sue idiosincrasie e difficoltà: l’amicizia non è un sentimento facile, va coltivata con cura e a volte bisogna accettare che finisca. Le relazioni interpersonali, anche quando non arrivano all'amicizia, sono quantunque difficili, bisognose di cure e di amorevole pazienza.
Io vivo a continuo contatto con le persone; nel corso del tempo questo contatto intenso, bello e fonte di nuove ricchezze interiori, è diventato anche un po’ più faticoso; certo molto per parte mia che stento a ritrovare la gioia della condivisione con gli altri tipica dell’età più giovane.
Mi trovo costantemente immersa tra le persone, clienti, clienti che per fortuna sono diventati amici, sconosciuti, stranieri, gente di passaggio, persone beneducate e persone meno beneducate, ragazzini, giovani che ti danno del “tu” anche se potresti essere la loro madre o quantomeno una zia, o persone adulte che ti danno del “tu” a prescindere senza nemmeno pensarci.
A volte capisco che la stanchezza, la fatica, lo scoraggiamento di un futuro che ancora non è roseo, può produrre in me reazioni tanto educate quanto, magari, “apparentemente” un tantino fredde, di questo me ne dispiaccio e in cuor mio spero sempre di migliorare.
Come l‘amicizia, tutti i rapporti umani vanno educati, vanno fatti crescere e se i media, la televisione, i social hanno creato l’idea del “tutto e subito”, per noi di Pasticceria Su Misura non è così. Lavoriamo con amore, cerchiamo di risolvere le richieste di tutti, ma a volte dobbiamo dire di no perché il tempo non è sufficiente, e per le cose buone, si sa, ci vuole sempre un pizzico di pazienza; cerchiamo di rispondere ai vostri messaggi in tempi brevi e in modo esaustivo; in negozio, se siamo già impegnate con un altro cliente, vi chiediamo gentilmente di attendere e non abbiatene a male se vi chiediamo il rispetto delle norme in vigore, norme che forse cambieranno tra pochi giorni e noi ci adatteremo ad esse come fatto finora: per voi e per noi, e per lasciarci alle spalle questi ultimi due anni difficoltosi, una volta per tutte.
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