Regia: Gabriele Salvatores - 1991
Interpreti: Diego Abatantuono, Claudio Bigagli, Claudio Bisio, Gigio Alberti, Giuseppe Cederna, Antonio Catania.
La pellicola ha vinto l'Oscar per il miglior film in lingua straniera nel 1992.
Nel giugno 1941, al termine della campagna italiana di Grecia, otto militari italiani sbarcano su una piccola isola del mar Egeo che sembra inizialmente deserta ma in realtà popolata solo da donne, anziani e bambini. I soldati si rivelano assolutamente inadatti all'attività militare e nel giro di poco tempo, complici l'isolamento geografico, l'impossibilità di qualsiasi comunicazione e l'apparente solitudine dell'isola, gli otto uomini incominciano tutti a dedicarsi ad attività del tutto estranee alla guerra. Resteranno alcuni anni sull’isola ignari del termine del conflitto e degli accadimenti avvenuti in Italia. Alla fine verranno rimpatriati, ma non tutti lasceranno l’isola.
Io ho visto questo film innumerevoli volte, non ultima qualche giorno fa, ne conosco ogni battuta, ogni passaggio, ogni riferimento. Il film è indubbiamente un inno alla fuga tant’è che si apre con una citazione di H. Laborit, “in tempi come questi la fuga è l'unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare”, e si chiude con una didascalia significativa ed emblematica: “Dedicato a tutti quelli che stanno scappando”.
In questa torrida estate, così calda che forse nemmeno nel 2003, con tanti problemi da affrontare vicino e lontano da noi, la fuga sembra davvero l’unica via d’uscita e a questo proposito, per chi ne avesse voglia, vi rimando al nostro blog del 12 maggio 2020 per il quale anche io avevo utilizzato una citazione di Laborit da “Elogio della fuga” (1976).
Pur sapendo che le difficoltà, i problemi personali, ma anche il cambiamento climatico, l’assurdità delle guerre tutte intorno a noi, i problemi energetici, gli aumenti dei prezzi, la scarsità di risorse, tutto non si dissolverà fuggendo, ognuno di noi cercherà di ritagliarsi un breve spazio di fuga, di sospensione, vacanze più o meno lunghe alla ricerca di posti dove isolarsi da una quotidianità che sembra diventare ogni giorno più faticosa.
Anche io vorrei fuggire (e fuggirò quando sarà arrivato il mio turno!) in questi giorni bollenti: lavorare a queste temperature è davvero faticoso e con la mia Giulia in vacanza mi sento un po’ orfana. Vero che la sua assenza mi dà modo di dedicarmi solo al mio lavoro di pasticcere, ma mi manca molto quella sincronia che ormai si è creata tra noi che permette a lei di leggermi sempre nel pensiero e a noi di essere sempre sulla stessa lunghezza d’onda.
A turno quindi anche noi averno la nostra “via di fuga” ma senza lasciare voi orfani di caffè e dolci! Apportiamo solo qualche modifica ai nostri orari: iniziamo questa settimana a fare chiusura alle 14.00 (sempre alle 12.00 al sabato) e chiudendo la domenica. Ma siamo certe che comprenderete!