Regia: David Lean – 1965
Interpreti: Omar Sharif, Julie Christie e Geraldine Chaplin.
Tratto dall'omonimo romanzo di Boris Pasternak che nel 1958 vinse il Nobel per la letteratura. Il film fu presentato in concorso al 19º Festival di Cannes e vinse cinque Golden Globe e cinque Oscar, tra cui quello per la musica con il celebre Tema di Lara di Maurice Jarre.
Il film si svolge principalmente sullo sfondo degli anni tra la prima guerra mondiale, la rivoluzione russa del 1917 e la guerra civile russa. La storia inizia alla fine degli anni '40 coinvolge il tenente generale del KGB Evgraf Andreevič Živago alla ricerca della figlia del fratellastro, il dottor Jurij Andrèevič Živago, e Larissa ("Lara"). Evgraf crede che una giovane donna, Tanja Komarova, possa essere sua nipote e le racconta la storia della vita di suo padre.
Fu mio nonno che mi portò a vedere questo struggente film in una sala che purtroppo, come la maggior parte delle sale cinematografiche, non esiste più da molto tempo.
Ho scelto questo film per la mia breve conversazione settimanale con voi spinta dal desiderio di riflettere su quanto sta avvenendo non lontano da noi, da quando il 24 febbraio scorso la Russia ha invaso l’Ucraina scatenando una nuova ennesima guerra. Di una ennesima guerra non ve n’era davvero bisogno, quando mai si ha bisogno di una guerra?
Ho la sensazione, e parlo anche per me stessa, che ci sia tutti assuefatti a questa situazione. L’orrore iniziale, lo sconforto, la paura, l’angoscia di pensare a milioni di persone costrette ad abbandonare, probabilmente per sempre il proprio paese, la corsa agli aiuti, tutto si sta un po’ sfocando. Al contrario, sta prendendo sempre più spazio la paura della crisi economica scatenata dalle sanzioni alla Russia, il timore di passare il prossimo inverno al freddo, i rincari dei prezzi che hanno fatto balzare il tasso d’inflazione a livelli che non si vedano da decenni. Il nostro personale rischio.
Esprimendo il mio personalissimo parere, per quanto possa valere (per pensieri e opinioni più approfondite dovrei chiedere a mio fratello di scrivere al posto mio, lui politologo, storico e mente illuminata della nostra famiglia): in questi mesi di orrore mi è parso che poco o nulla sia stato fatto per far cessare questo abominio.
I rialzi dei prezzi di qualunque cosa sono pesanti ma temo in una buona parte puramente speculativi: fai mancare una merce al mercato che la richiede e il prezzo automaticamente sale (legge della domanda e dell’offerta). Certamente i consumatori finali nulla possono fare come altrettanto vero che nelle situazioni di grossa crisi, molti soffrono e molti guadagnano.
Naturalmente anche noi di Pasticceria Su Misura ci stiamo confrontando con aumenti di prezzi, a partire dal prezzo dell’energia e dei carburanti, molto sostenuti. Come affrontare questa difficile situazione che oltretutto ci coglie al termine (speriamo, non è così sicuro) di due anni di pandemia mondiale? Ci troviamo in una situazione davvero difficile. Certamente non cercheremo materie prime di minor qualità per risparmiare sugli acquisti; ringraziamo molto il nostro fornitore di caffè che ci ha chiaramente detto che fino alla fine di quest’anno è intenzionato a mantenere il prezzo fermo. E noi con lui: il nostro caffè continua a costare 1 euro alla tazzina. Abbiamo fatto piccolissimi ritocchi ad altri prodotti della caffetteria per cercare di arginare i terribili aumenti, ma stiamo mantenendo tutto il resto invariato. Con grande sacrificio.
Siamo in estate, abbiamo voglia di svago, di vacanze, di non aver pensieri. Ma questa settimana il mio vorrebbe essere un richiamo a non scrollare le spalle, a non dimenticare chi si è trovato un invasore in casa, a non pensare solo al nostro tornaconto. Confesso che non so bene cosa ognuno di noi possa concretamente fare. Di certo non dobbiamo preoccuparci solo del rischio che il nostro benessere venga compromesso, non guardiamo solo al nostro piccolo privato e chiediamo a gran voce che si faccia il possibile perché questa guerra, tutte le guerre, possano cessare.
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