"Immagina questo coperto di grano,
immagina i frutti e immagina i fiori
e pensa alle voci e pensa ai colori
e in questa pianura, fin dove si perde,
crescevano gli alberi e tutto era verde,
cadeva la pioggia, segnavano i soli
il ritmo dell'uomo e delle stagioni..."
Il testo che ho riportato è parte della canzone di Francesco Guccini “Il vecchio e il bambino” contenuta nell'album “Radici” uscito nel 1972.
Credo di aver imparato questa canzone quando avevo circa 8 anni e Francesco Guccini, secondo me un poeta (non credo solo secondo me!), ha accompagnato la mia infanzia, adolescenza e l’età adulta; io ho ancora i suoi vinili, tra cui “Radici”, appunto. In questi giorni in cui si è festeggiato il suo ottantesimo compleanno non ho potuto fare a meno di pensare a questa canzone, “Il vecchio e il bambino”, nella quale un vecchio (il nonno, io ho sempre immaginato) racconta ad un bambino com'era il mondo prima… prima che la mano umana distruggesse tutto.
Non è che voglio rattristarvi, però mi ha colpito molto pensare, alla luce degli ultimi accadimenti, che quasi 40 anni fa si cantasse di un mondo distrutto per mano dell’essere umano che con la sua ingordigia non aveva saputo custodire il prezioso pianeta su cui si trovava. Forse avremmo potuto (dovuto) comportarci meglio noi umani, no?
In questi mesi, durante i quali abbiamo vissuto una emergenza sanitaria che ci ha imposto chiusura di attività, blocco dei rapporti sociali, periodi di solitudine, ci siamo chiesti a chi dare la colpa di questa situazione, come ne saremmo usciti, se tutto questo ci avrebbe migliorato o quantomeno spinto a riflettere sui nostri stili di vita, a considerare l’importanza dei rapporti interpersonali.
Questo periodo che abbiamo vissuto, e stiamo ancora vivendo. ci sta mettendo a dura prova; e quindi penso che valga davvero l’occasione di ripensare a noi stessi anche nelle piccole e piccolissime cose quotidiane. Finalmente abbiamo potuto tornare ad uscire, a muoverci, a rivedere gli amici, a frequentare i luoghi a noi cari. Bisogna però avere tanta pazienza, tanto rispetto per gli altri e per il lavoro degli altri, rallentare un pochino il ritmo per assaporare quello che credevamo perso, forse per sempre.
Noi ci stiamo dando un gran da fare per darvi tutta l’accoglienza, il conforto, le coccole di cui avete bisogno, nonostante le limitazioni e i piccoli disagi che la situazione contingente comporta. Proprio per questo, anche se il periodo è difficile, abbiamo deciso di investire una parte del sostegno economico ricevuto per cambiare il look della nostra corte; da pochi giorni sono arrivati i nostri nuovi tavolini e sedie: di metallo, rotondi, più grandi e specifici per esterno e facili da pulire e tenere in ordine, ma soprattutto molto coloranti e di vago sentore provenzale. Siamo molto contente e anche voi ne siete stati entusiasti!
Al primo ordine, testato il successo, ne abbiamo aggiunto un secondo con ancora un paio di tavoli e sedie aggiuntive, con la speranza che a breve le distanze si possano un filo ridurre. Per un’estate piena di sole e di colore! Così anche chi, purtroppo, non potrà andare in vacanza, venendo da noi potrà illudersi di trovarsi immerso nella Provenza o (per i più fantasiosi!) in una località di mare!
Ed ora ecco a voi la ricetta della settimana:
TORTA RICOTTA E LIMONE
Gr 300 pasta frolla
Gr 250 ricotta
Gr 50 uova (pari a 1 uovo)
N 1 scorza limone grattugiato (utilizzare limone non trattato)
Gr 125 zucchero a velo
Sbattere la ricotta con l’uovo e gli aromi, aggiungere lo zucchero a velo e lavorare fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Foderate di frolla uno stampo diametro 26 e versateci il composto di ricotta. Decorate la superficie con strisce di frolla e cuocete in forno preriscaldato a 180°C per 35/40 minuti.
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