mercoledì 22 dicembre 2021

I DONI

"Allora un uomo ricco domandò: Parlaci dei Doni.

Ed egli rispose:

Dai poco se dai le tue ricchezze.

Ma se doni te stesso tu dai veramente.

Infatti che cos’è la tua ricchezza se non ciò che curi e nascondi

con il timore di dovertene servire domani?

E domani, che cosa porterà il domani al cane troppo prudente

che seppellisce l’osso nella sabbia senza traccia,

mentre segue alla città santa i pellegrini?

E che cos’è la paura del bisogno, se non il bisogno stesso?

Il terrore della sete quando il pozzo è colmo, non è forse insaziabile sete?

Vi sono quelli che danno poco di molto, e per essere ricambiati,

e la prudenza nascosta avvelena il loro dono.

E vi sono quelli che hanno poco e lo danno tutto.

Essi credono alla vita e alla sua munificenza e il loro forziere non è mai vuoto.

Vi sono quelli che danno con gioia e la gioia è la loro ricompensa.

E quelli che danno con rimpianto e il rimpianto li battezza.

Vi sono quelli che danno senza pena e senza gioia, e senza premura di virtù;

essi sono come il mirto che sparge nell’aria, laggiù nella valle, il suo incenso.

Nelle loro mani Dio parla e dietro i loro occhi egli sorride alla terra.

È bene dare se ci chiedono, ma, quand’è possibile, è meglio dare senza che chiedano.

E per chi è generoso, cercare il povero è una gioia più grande che donare.

Che cosa vorresti mai trattenere?

Tutto quanto possiedi sarà dato un giorno;

Per questo dà oggi, affinché la stagione dei doni sia tua e non dei tuoi eredi.

Dici sovente, “Vorrei dare, ma ai meritevoli soltanto”.

Tu non sei imitato dalle piante del tuo orto, né dalle greggi del tuo pascolo.

Esse danno per vivere, poi che tenere è perire.

Certo chi è degno di ricevere e i giorni e le notti, da te può essere degno di ogni cosa.

E chi merita di bere al mare della vita, può riempire la coppa alla tua breve corrente.

E quale merito è più grande del coraggio, della fiducia, di più, della pietà di ricevere?

Ma chi sei, perché gli uomini ti mostrino il cuore, umiliandosi, e tu scopra il loro nudo  pensiero e l’improfanabile fierezza?

Prima tu stesso sii degno di dare come un benefico strumento.

Giacché invero la vita dà alla vita, mentre tu, che ti stimi un donatore, non sei che un testimone.

E voi che ricevete – e tutti ricevete – non lasciate che la gratitudine vi opprima,

per non creare un giogo in voi e in chi vi ha dato.

Piuttosto i suoi doni siano le ali su cui volerete insieme.

Poiché se il vostro debito troppo vi pesa, voi dubitate della sua generosità

che ha come madre la terra feconda e come padre Dio."

(Gibran Kahlil Gibran, Il Profeta. Pubblicato per la prima volta nel 1923; Traduzione di Gian Piero Bona, prima edizione Guanda 1981)


Oggi ho preferito lasciar parlare il Poeta.

Buona Natale a voi tutti, da tutte noi.




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