mercoledì 17 marzo 2021

LA FESTA DEL PAPÀ

"Padre, se anche tu non fossi il mio 

Padre se anche fossi a me un estraneo,

per te stesso egualmente t’amerei.

Padre, se anche tu non fossi il mio

Padre, se anche fossi a me un estraneo,

fra tutti quanti gli uomini già tanto

pel tuo cuore fanciullo t’amerei."

(C. Sbarbaro, Padre, se anche tu non fossi il mio)

Il mio papà era un uomo all’antica: era un papà un po’ severo, al cospetto del quale noi bambini potevamo parlare solo se interrogati; mal sopportava l’eccessiva, secondo i suoi parametri, libertà che la mamma concedeva a noi femmine. 

Ho tanti ricordi che si mescolano e vanno a formare un quadro variegato e forse un pochino contradditorio di mio papà, a cui assomiglio molto.

Me lo ricordo entrare in casa esultante alla nascita del suo terzogenito maschio, cosa che allora mi fece un pochino soffrire. Stavo perdendo il posto di piccola di casa e in più non vedevo il motivo di tale entusiasmo per l’arrivo di un maschio: se proprio dovevo diventare la figlia di mezzo avrei preferito una sorella. Oggi vado molto orgogliosa di quel cervellone di mio fratello dallo humor tagliente, l’aria da ragazzino e una sfrenata passione per i libri.

Durante le vacanze al mare mio papà pretendeva che io e mia sorella stessimo incollate a lui e mamma e guai uscire la sera con gli altri ragazzi della spiaggia; ovviamente il problema non toccava mio fratello che era molto più piccolo di noi (oltreché maschio). Mia mamma per risolvere definitivamente la questione, dopo averci iscritto al gruppo scout in tenera età, iniziò presto a mandarci in vacanza da sole con la scusa di studiare inglese. 

Non vi dico le scenate sui primi filarini!! E le conseguenti furibonde litigate, con pianti disperati, porte sbattute, e la mamma che faceva da paciere. 

Ricordo che lavorava moltissimo, aveva una piccola azienda per la produzione di oggetti di ottone per i mobilifici, e a volte mi portava con lui: ero affascinata dal suo lavoro, dalle pile di mattonelle di ottone dello stesso colore dell’oro, dalle diverse fasi della lavorazione che trasformavano quelle stesse mattonelle in maniglie, manigliette, intarsi e altro ancora.  

La domenica sera era consuetudine che il mio papà riaccompagnasse a Milano la zia, sorella di mia mamma, che trascorreva da noi tutti i fine settimana da quando era arrivato mio fratello. Qualche volta lo accompagnavo e mi piaceva molto questo nostro tempo da trascorrere insieme; nel periodo estivo sulla via del ritorno ci fermavamo in qualche chioschetto lungo la strada e facevamo scorpacciate di anguria. 

Ricordo soprattutto che, nonostante il piglio severo e le azzuffatine, mio papà era una persona buona, generosa, che sapeva fare tutto e che c’era sempre quando si aveva bisogno di lui. C’era, senza bisogno di chiedere. E certamente il mio papà aveva il cuore fanciullo. 

Piccole Uova di Cioccolato per la Festa del Papà 


Nessun commento: