Regia: Claude Pinoteau - 1980
Interpreti: Sophie Marceau
Parigi 1980. Victoire "Vic" Berreton è una ragazza di tredici anni neoiscritta alle scuole superiori, che familiarizza con i coetanei, tra i quali Penelope, e incontra Mathieu suo primo amore. Con le prime emozioni e le prime gelosie arriva il conflitto generazionale con suo padre François, dentista, e sua madre Françoise, illustratrice.
Gli adulti attraversano la crisi coniugale a seguito di discussioni e tradimenti. Accusando il distacco, Vic si affida alle attenzioni della bisnonna Poupette, arzilla arpista ottantacinquenne prodiga di consigli ed esempi. Epilogo con la riconciliazione dei genitori e la separazione di Vic da Mathieu.
Il film, che ebbe uno straordinario successo di pubblico in tutto il mondo, rappresentò l'esordio cinematografico di Sophie Marceau, all'epoca quattordicenne.
Un film molto, molto leggero questa settimana che vidi all’epoca della sua uscita nelle nostre sale cinematografiche e che trovai davvero troppo melenso e sdolcinato.
La scelta di questa settimana, a dir il vero avevo pensato un’altra pellicola forse più centrata nel soggetto ma che mi rendeva più difficile arrivare al punto che ho in mente, è stata determinata solo dalla parola “tempo” racchiusa nel titolo: tempo che viviamo, tempo che fugge, tempo passato e tempo futuro, poco tempo e troppo tempo, tempo necessario, tempo dell’attesa.
Ecco, mi fermo qui: tempo dell’attesa.
Provo ad immaginare a come si siano sentiti i miei nonni, all’inizio dello scorso secolo, di fronte alle innovazioni che via via modificavano le loro abitudini di vita, i loro ritmi, il passaggio dalle carrozze alle macchine, l’arrivo della radio e poi della televisione, il telefono e gli elettrodomestici.
Io stessa ho visto il nascere di nuove tecnologie e nuovi strumenti: ricordo il primo computer entrato in casa nostra, il primo cellulare, le prime mail. L’accelerazione che le nuove invenzioni hanno portato e portano alla mia vita mi fanno sentire un pochino spaventata come, forse, lo sono stati i miei nonni e i miei genitori.
Oggi il nostro mondo sembra tutto di corsa, tutto subito, tutto adesso: scatti una foto ed eccola subito disponibile, mandi un messaggio e subito ti aspetti una risposta, fai un acquisto in rete e in un attimo lo hai tra le mani. Subito, adesso, ora.
A costo di svelare il mio ormai lungo tempo vissuto, ammetto che tutto questo non mi piace. Saper attendere, saper dare il giusto peso al tempo, sapere che occorre tempo per preparare con cura, per creare e per produrre ritengo sia importante.
Pasticceria Su Misura è una piccola realtà artigianale, dove tutto si crea a mano con cura, con amore e con il tempo che serve per fare bene. Cerchiamo di soddisfare sempre e al meglio le vostre richieste ma non possiamo fare tutto subito, ci occorre tempo. E, secondo me, questo dà molto valore al nostro lavoro e ne vado orgogliosa.
Se qualche volta siamo costrette a dire di no è proprio perché manca il tempo, il tempo per creare.
Ora stiamo preparando il Natale, molte cose belle sono già apparse in negozio e molte altre ne arriveranno. Ilaria si sta dedicando alla preparazione della nostra piccola brochure natalizia così che abbiate il modo di riflettere, scegliere, pensare e aspettare.
Il tempo dell’attesa, per dare valore al tempo che viviamo.
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