Donne
Un paio di sere fa ho letto uno dei due libri che il mio fratellone letterato mi ha regalato per il mio recente compleanno.
Si tratta di “Una giuria di sole donne”, di Susan Glaspell (Sellerio Editore, sempre la mia casa editrice preferita). Non avevo mai sentito parlare di questa scrittrice (1876-1948), ho letto nella quarta di copertina che è considerata la più importante autrice drammatica americana del Novecento, ha vinto il Premio Pulitzer per il teatro nel 1931, è stata impresaria teatrale e pioniera del femminismo.
“Una giuria di sole donne” è un racconto di una cinquantina di pagine scarse. È un thriller, che si svolge in un’unica stanza, la cucina della casa in cui è avvenuto un delitto: un uomo è stato ucciso nel suo letto e la moglie è stata accusata del fatto. Nella casa si trovano due donne, la signora Hale e la signora Peters, e tre uomini, i rispettivi mariti e lo sceriffo che indaga. Le due donne sono state chiamate per raccogliere qualche effetto personale da portare all’imputata in prigione. Gli uomini salgono al primo piano della casa lasciando le due donne nella cucina, essendo questo, nella loro visone maschile, l’unico luogo adatto a loro. Il racconto è stupefacente, scritto con estrema finezza; le due donne con placido acume, tramite l’osservazione dell’ambiente (i vasi di marmellata, il lavoro di cucito, lo strofinaccio sporco) e i piccoli segni attorno a loro, risolvono l’enigma. Anzi, non solo risolvono il caso ma tacitamente ne indirizzano la conclusione.
Il racconto è preceduto da una nota di Alicia Gimenez-Bartlett, scrittrice che amo molto, e seguito da una postfazione di Gianfranca Balestra, che spiega il racconto e le sue implicazioni.
I tre uomini del racconto sono figure antipatiche, che prendono in giro le donne deridendo il loro “piccolo mondo”, considerandole esseri privi di qualsiasi capacità e intelligenza. Ma i tre uomini, saliti al piano superiore della casa, finiscono sullo sfondo della storia. La signora Hale e la signora Peters sono le vere protagoniste. Il breve racconto diventa così un vero e proprio manifesto femminista (scritto nel 1917).
Questa breve lettura mi ha fatto riflettere, su di me e sulle donne in generale. Negli ultimi, pochi, decenni, certamente le donne sono riuscite a ritagliarsi spazi, ad ottenere diritti, a diventare protagoniste. Purtroppo non ovunque e non per tutte è così. E, anzi, la mia sensazione è che (nonostante alcune donne di potere che purtroppo mi appiano distanti ed avulse dalla realtà oggettiva) si stiano facendo parecchi passi indietro.
Proprio questa mattina alla radio ho sentito parlare di quanto sia ampio, e in peggioramento, il divario nel livello di retribuzione tra uomini e donne. Ovviamente a svantaggio di queste ultime.
A breve festeggeremo l’8 marzo, festa della donna. E come ogni anno non so dirmi se questa ricorrenza sia un fatto positivo o no. Per me e per le donne. In ogni caso l’8 marzo è la prossima settimana e quindi posso prendermi del tempo per pensarci (in Pasticceria ci stiamo già pensando, ovviamente, ma questo fa parte del mio lavoro).
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Festa della Donna PSM |