giovedì 6 marzo 2025

CARO DIARIO... Donne, sempre donne

Donne, sempre donne

In questo periodo i miei interessi da lettrice si stanno orientando su libri che parlano di donne, con tutti gli annessi e connessi.
Prima di leggere “Una giuria di sole donne” avevo infatti letto “Oliva Denaro”, scritto dalla bravissima Viola Ardone. Oliva è una ragazzina di uno sperduto paesino della Sicilia e la storia è ambientata negli anni ’60. Oliva è brava a scuola, le piace studiare il latino, usa le sue declinazioni ripetendole a memoria nei momenti difficili; sfoglia il vocabolario perché dentro ci sono termini sconosciuti che servono a formulare pensieri ancora indistinti. Ma, diventata donna, deve cercare marito, come tutte, e non è bene che una femmina sappia troppe cose. Subisce la violenza fisica e psicologica di Paternò, che la vuole e la rapisce. La regola vuole che Oliva sposi il suo stupratore, e il suo «no» coraggioso arriva fino a noi.
È un’epoca in cui esistevano il delitto d’onore e il matrimonio riparatore, gli articoli 544 e 587 del codice penale furono abrogati nel 1981; è il periodo nel quale la violenza sessuale è considerato delitto contro la moralità pubblica e il buon costume: il reato di violenza sessuale è diventato reato contro la persona solo nel 1996.

Poi ho letto “Storia di una brava ragazza”, scritto da Arianna Farinelli, nata nella periferia romana nel 1975 e trasferitasi negli Stati Uniti a metà anni ’90. Arianna Farinelli è una politologa e docente universitaria, e in questo libro parla di sé stessa, si interroga (e mi interroga): che cos’è un corpo femminile? Che cos’è una donna? Intanto che scorrevo le pagine di questo bellissimo libro, mi rendevo conto che l’autrice era immersa in un periodo di storia molto vicino a me (la fine degli anni ’90 e i primi anni del nuovo millennio), un periodo in cui io ero già “grande”, avevo già terminato gli studi, lavoravo, ero indipendente. Un periodo recente, nel quale le donne avevano già messo a segno molte conquiste. O così almeno mi pareva. Ma leggendo questo libro mi sono resa conto che il mondo femminile ha, purtroppo, ancora parecchia strada da fare; soprattutto c’è ancora molto da ottenere e ancora di più da difendere.
C’è un passo che mi ha colpito molto: ad un certo punto la figlia di Arianna Farinelli le chiede cosa hanno fatto le donne della sua generazione per le ragazze come lei e dice “vedi mamma, stiamo tornando indietro. La vostra generazione e persino quella delle nostre nonne hanno avuto più diritti di noi”.

Sabato sarà l’8 marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna. Vorrei vivere in un mondo in cui non servisse l’8 marzo, in un mondo in cui i diritti fossero garantiti a tutti, ma non è così. E allora festeggeremo. Chi regalerà una mimosa, chi regalerà un dolcetto, chi regalerà un libro, chi parteciperà a manifestazioni e cortei. Io penserò a mia nonna Charlotte (il 7 marzo del 2024 è stata posta una pietra d’inciampo a suo nome a Milano dove viveva), operaia, partigiana, deportata. E con lei a tutte le donne che hanno lottato per un mondo migliore. Spero che le nuove generazioni proseguano su questa strada.
Penso alle mie giovani pasticcere, giovani donne, che lavorano con grande passione: auguro a loro un futuro radioso, più radioso.

Ps. Quest’anno casualità delle date ha voluto che sabato 8 marzo fosse anche il sabato grasso del carnevale ambrosiano: in Pasticceria si sommano tortelli alla crema, chiacchere e torte declinate in giallo. Sono curiosa di vedere come andrà…



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