mercoledì 26 agosto 2020

SETTEMBRE

"Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull'età
Dopo l’estate porta il dono usato della perplessità, della perplessità
Ti siedi e pensi e ricomincia il gioco della tua identità
Come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità, le possibilità"


Avevo diversi spunti in mente per questa mia chiacchierata con voi, dopo la pausa della settimana ferragostana. Pensavo soprattutto all'estate, forse perché io sono ancora in attesa dei miei giorni di vacanza, pochi in realtà ma quest’anno, più che mai, è vietato lamentarsi. 

Così per il “gioco” che oramai da mesi sto conducendo con voi, cioè iniziare il mio articolo citando una canzone, mi ero inizialmente orientata verso Un’estate al mare cantata nel 1982 dalla bravissima Giuni Russo (splendida voce scomparsa prematuramente) ma anche L’estate sta finendo (Fratelli Righeira, 1985), che a dispetto del titolo fu lanciata ad inizio di stagione diventando un vero e proprio tormentone. 

Poi qualcosa ha preso il sopravvento. Fino a qualche giorno fa, quest’estate mi era parsa incredibilmente lunga, ora tutto d’un tratto mi rendo conto che siamo quasi agli sgoccioli, Settembre è alle porte e con lui un carico di pensieri e incognite non propriamente leggeri. 

Settembre è il mese dei ripensamenti, ma anche della nuova progettualità, il vero inizio di un nuovo anno. 

Ma quest’anno? La realtà intorno a noi è incerta, voci e notizie si rincorrono sui social, confuse, contraddittorie, ora allarmanti, ora rassicuranti. Il tema più scottante è la scuola che forse inizia ma forse no e, anche se forse inizia, non si sa bene come.
Penso agli anni passati, nel periodo scolastico, la ressa verso le otto del mattino quando allievi, insegnanti e pendolari cercavano di conquistarsi la loro buona colazione senza perdere la campanella o il treno e poi alle undici, momento d’intervallo per tutti, anche per i bancari. Momenti “topici” che temo dovremo ripensare, non so bene come… 

Finora la nostra corte colorata dai nuovi tavolini e il tempo bello ci hanno permesso di gestire abbastanza agilmente le tre semplici regole che la pandemia ci ha imposto: igiene delle mani, mascherina, e soprattutto distanziamento. Non è cosa facile, comunque.
La scorsa settimana, durante i pochi giorni di vacanza di Ilaria, ho gestito la caffetteria lasciando il laboratorio a Giulia. Se da una parte ho visto molti comportamenti virtuosi, dall'altra ho notato con forte disappunto reazioni infastidite (giusto per usare un eufemismo) alla mia richiesta di rispetto delle semplici regole di cui sopra. Una signora, mai vista prima, al mio garbato richiamo mi ha letteralmente mandato a quel paese, con gesti più espliciti delle parole. 

E ho riflettuto. L’esperienza che ci ha colpiti e dalla quale vorremmo velocemente uscire, anche se personalmente credo sarebbe meglio sforzarsi di trovare un modo per conviverci (questo mi sembra un approccio realistico), ha messo in luce soprattutto una mancanza di solidarietà e di senso civile, la mancanza di un senso di appartenenza. Ognuno pensa per sé, infischiandosene dell’altro e della altrui salute, pronto a scagliarsi su qualunque decisione, buona o cattiva, sia stata o verrà presa, con la speranza che la soluzione a tutto questo arrivi magicamente da chissà dove. 

Nel nostro piccolo abbiamo cercato finora di fare bene il nostro lavoro, di accogliere tutti nel rispetto delle regole e rispettandole a nostra volta, mantenendo il sorriso anche a fronte di atteggiamenti poco rispettosi del nostro lavoro e degli altri. Vi assicuro che è difficilissimo lavorare in questo modo, e tutti coloro che hanno una piccola attività aperta al pubblico lo sanno bene. 

Settembre è alle porte, il futuro incerto, ma continueremo ad impegnarci al massimo per noi e per voi. In questo frangente vorremmo davvero che ci si comportasse come una unica famiglia, aiutandosi e rispettandosi l’un l’altro. Vi chiediamo di darci una mano perché non sarà una passeggiata quando il tempo non più estivo metterà a repentaglio la fruibilità della corte. 

Si tratta di lavarsi le mani, cosa che si insegna ai bimbi sin da piccoli, di indossare una mascherina che copra bocca e naso, di non avvicinarsi alle persone che non si frequentano abitualmente e, più di tutto, di avere rispetto dell’altro. 


Per non lasciarvi con l’amaro in bocca, dopo queste mie parole forse un po’ buie, vi do non tanto una ricetta ma un suggerimento, suggerimento che a mia volta ho fatto mio dopo aver assaggiato questa torta in un ristorante molto carino nei luoghi di mare che frequento. 


TORTA NOCI&FICHI 
Preparate la frolla classica (se non l’avete segnata la potete ritrovare nel blog di metà marzo) e foderate uno stampo. Prendete della marmellata di fichi, acquistata o di vostra produzione, importante che sia piuttosto solida e delle noci tritate grossolanamente. 
Mescolate la marmellata di fichi con le noci nella proporzione che più vi convince e farcite la frolla come una classica crostata di marmellata. Decorate a piacere e cuocete a 180° gradi per 25/30 minuti in base alla dimensione della torta. 
Buon lavoro!

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